di Fabiana Console, Silvana Falcetti, Marco Pantaloni
Nel 2022 si celebrerà il centenario della morte di Torquato Taramelli (1845-1922), che è stato uno dei più importanti geologi del periodo a cavallo tra XIX e XX secolo.
Taramelli, professore di geologia nell'Università di Pavia,
socio nazionale dei Lincei e Presidente della Società Geologica Italiana nel
1890 e nel 1905, fu uno scienziato eclettico i cui interessi spaziavano dalla stratigrafia
alla paleontologia, dalla sismologia alla geomorfologia glaciale.
In qualità di geologo applicato gli furono affidate innumerevoli
consulenze tecniche come ad esempio la progettazione dell’acquedotto pugliese, del
traforo del Sempione, del Passo del Turchino e Cremolino, la stima dei danni
del nubifragio del 1911 in Valtellina, un progetto di derivazione del fiume
Recca a Trieste, del bacino del Crati in Calabria e lo studio dei terreni per
la ferrovia Genova-Ovada-Asti e Ronco-Voghera ed in generale di tutta la nuova
linea “direttissima” da Genova alla Valle del Po.
Con Giulio Andrea Pirona eseguì il rilevamento geologico della
regione friulana pubblicandone nel 1881 la prima carta di sintesi con a corredo
un catalogo ragionato delle rocce. Magistrale la Carta geologica delle Province
venete completata nel 1880, rimasta inedita e manoscritta, corredata da una
serie dei terreni presentata e premiata insieme alla Relazione sul Lias veneto alla
R. Accademia dei Lincei nel gennaio 1881. Tra le innumerevoli carte geologiche
e geotematiche prodotte da Taramelli, abbiamo scelto la piccola Carta
litologica della Brianza e della pianura Lombarda, di dimensioni 40x27 cm, in
scala 1:450.000 (esemplare autografo della Biblioteca ISPRA).
L’aver sovrapposto la carta di Taramelli sul modello in
rilievo del terreno dimostra l’accuratezza dei rilievi eseguiti in passato e la
necessità di recupero delle informazioni cartografiche storiche per la
caratterizzazione dell’evoluzione del territorio.
Chiudiamo con un brano estratto dal discorso del Presidente Taramelli per l’inaugurazione del 9° Congresso della Società Geologica Italiana, pronunciato a Bergamo il 9 settembre 1890.
“Dalle mura della mia
città nativa, le Prealpi insubriche vedonsi per amenissimi colli degradare al
piano, e questo, come mare di verzura, si stende sino al lontano Appennino, che
si scorge in leggera tinta azzurrigna; epperò il problema della formazione
della valle padana si offre spontaneo anche alla mente dei meno versati in geologia.
Da fanciullo, quando tutt'altro io pensava di me che di occuparmi di tale studio,
fissai più volte con intensa curiosità di sapere questo incomparabile
orizzonte; ed ora mi è dolce soddisfazione il potere a voi richiamare alcune
nozioni, per le quali il panorama che verrete contemplando sì farà più
eloquente ed ancora più grandioso”.
Il calendario è disponibile al download al seguente link:
https://drive.google.com/file/d/1SzhdSYAZ_3U5eMijit1blAEwO8YnxM3f/view?usp=sharing
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