di Giorgio V. Dal Piaz, Alessio Argentieri & Vittorio Dal Piaz
Per la ricorrenza dell’8 Marzo
proponiamo un profilo di scienziata molto particolare.
Si tratta di Silvia Zenari
(1895-1956), naturalista del primo Novecento, figura ancora nota per la sua
attività scientifica e didattica nel campo della botanica e della
fitogeografia, riconosciuta anche dall’Accademia Nazionale dei Lincei con il
premio assegnatole nel 1948 «per
osservazioni critiche di morfologia e sistematica di numerose specie della
Flora delle Alpi Orientali», ma quasi dimenticata per l’attività geologica,
parimenti significativa, che caratterizzò le fasi giovanili e mature della sua
vita, unica donna tra i rilevatori italiani della Carta Geologica delle Tre
Venezie.
La sua figura di rilevatrice è un
caso pressoché isolato nella storia della geologia in Italia. Alla friulana
Silvia si associano, in una ‘trinità geologica femminile’, altre due
scienziate: la scozzese Maria Matilda Ogilvie Gordon (1864-1939) e la triestina
asburgica Marta Cornelius-Furlani (1886-1974).
Si tenga presente che le donne
non figurano tra i rilevatori nemmeno della seconda edizione della Carta
Geologica d’Italia, negli anni sessanta del secolo scorso; a quel progetto
cartografico, finanziato dalla “legge Sullo”, parteciparono diverse scienziate,
ma come responsabili di analisi specialistiche. Le rilevatrici saranno
finalmente presenti e numerose nel nuovo Progetto cartografico alla scala
1:50.000 (CARG), iniziato negli anni novanta, lasciato morire per mancanza di
fondi agli inizi del nuovo millennio e, come l’Araba Fenice, rinato lo scorso
anno.
Alla Zenari ed alle altre due pioniere del rilevamento geologico abbiamo dedicato un articolo sulla rivista La Polifora (numero 8, 2021) edita dall’Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti. Con questo tributo (scaricabile al seguente link http://www.istitutoveneto.org/lapolifora/008/pdf/01.pdf) abbiamo desiderato conferire alla memoria delle illustri geoscienziate l’onorificenza simbolica di “Dame delle Dolomiti”.
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