di Marco Pantaloni
Nel centro di Roma, a poca distanza dal Vaticano, si
trovava, fino a pochi decenni fa, una delle più famose sorgenti romane: l’Acqua
Lancisiana.
Scoperta
nella seconda metà del 1500 sulla Salita di Sant’Onofrio, alle pendici del
Gianicolo, dal medico romano Alessandro Petronio, la sorgente venne descritta
nella sua opera “De victu romanorum et di sanitate tuenda”, pubblicata a Roma nel
1581.
Frontespizio del volume "De victu romanorum et di sanitate tuenda", di Alessandro Petronio |
Il paragrafo "De Fonticulo in Tyberis ripa apud Sanctum Spiritum", nel quale vengono descritte quelle che poi verranno chiamate Acque Lancisiane |
In realtà
l’uso della sorgente è precedente la descrizione di Petronio; infatti,
l’utilizzo già in epoca romana è testimoniato dalla presenza di un cunicolo che
drenava la falda presente nelle sabbie gialle e grigie della Formazione di
Monte Mario (MTM) alimentando, probabilmente, la Domus Agrippinae.
Stralcio del foglio geologico 374 Roma della Carta Geologica d'Italia alla scala 1:50.000, con evidenziata l'area dell'ubicazione delle sorgenti dell'Acqua Lancisiana. Immagine tratta dal sito ISPRA (www.isprambiente.it) |
In seguito la
sorgente venne abbandonata e non più utilizzata, fino al XVIII secolo quando il
medico romano Giovanni Maria Lancisi (1654 - 1720), identificata l’emergenza
idrica, ne compì delle analisi sulla “leggerezza e purità”, come ci racconta Alberto Cassio nel 1756. Lancisi cominciò quindi a usarla per gli ammalati “con si
giovevoli effetti che, nel vicino Archiospedale di Santo Spirito le fu dato il
titolo di Acqua Lancisiana”.
Il frontespizio del volume "Corso delle acque antiche portate sopra XIV aquidotti da lontane contrade nelle XIV regioni dentro Roma, delle moderne e di altre in essa nascenti", di Alberto Cassio |
L’allora papa
Clemente XI volle quindi che venissero riunite le diverse vene d’acqua e
ripristinato l’antico condotto; l’acqua venne quindi canalizzata in tre
differenti tubazioni con una portata complessiva di circa 2,3 l/s: una parte
venne condotta all’interno dell’ospedale, ad uso dei pazienti, e una parte
venne fatta confluire in una conca di marmo posta sovrastata da un mascherone, disegnato
da Giacomo Della Porta e recuperato da un abbeveratoio nel Foro Romano, rendendola
quindi disponibile alla popolazione romana.
In primo piano, la Fonte dell'Acqua Lancisiana sulla riva destra del Tevere, in prossimità dell'attuale Lungotevere Gianicolense; sul lato opposto la Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. (Immagine tratta dal sito Rerum Novarum) |
In seguito
all’ampliamento dell’Ospedale Santo Spirito nel 1827, però, l’accessibilità
alla fonte fu negata; venne ripristinata solamente da Pio VIII nel 1830, dopo
molte proteste. Lo stesso Pio VIII, che definiva l’Acqua Lancisiana la migliore
di Roma, restaurò il condotto di adduzione facendolo confluire nella nuova
fontana ubicata nel Porto Leonino sul Tevere, realizzato da Leone XII, in
prossimità dello scomparso Ponte dei Fiorentini.
La
costruzione dei muraglioni alla fine del ‘800 comportò ulteriori modifiche alla
fonte. La fontana esistente venne rimossa e vennero costruite due nicchie nei
muraglioni nelle quali sgorgavano le acque sorgive.
Ciascuna
nicchia ha due cannelle, che versavano acqua in vasche rettangolari,
accessibili da rampe di scale che dal Lungotevere scendono sull’argine del
fiume. Sopra le nicchie sono state poste due lapidi, a memoria dei rifacimenti:
quella più a monte, verso il Ponte Principe Amedeo Savoia Aosta, ricorda la sistemazione di Clemente XI del 1720, l’altra quella di Pio VIII
del 1830. E’ curioso notare un errore geologico nel testo: si afferma infatti
che le acque originano dal Colle Vaticano, mentre derivano da quello
Gianicolense.
La lapide commemorativa della sistemazione delle Acque Lancisiane compiuta da papa Clemente XI nel 1720 |
Addirittura,
nel 1924 venne avviata l’attività di imbottigliamento effettuata dalla Società
Anonima Acque Minerali; per tale scopo, una delle condutture venne derivata
verso la stabilimento di imbottigliamento posto su Viale Gianicolo, mentre un’altra
continuò ad alimentare una delle due nicchie. L’attività industriale venne
sospesa dopo la costruzione della galleria di Porta Cavalleggeri e della fogna
del Gelsomino, che portarono, nel 1942, alla chiusura dell’adduzione dell’acqua
a causa di un sospetto inquinamento (molto verosimile), come già evidenziato
anni prima da analisi compiute dal CNR. Da allora, dell’acqua non rimane
traccia essendo derivata direttamente in fognatura.
L’Acqua
Lancisiana ebbe, come naturale, diverse denominazioni, quasi tutte di origine
popolare trasteverina: Acqua Pia, Acqua di Porto Leonino, Acqua della
Fontanella o Acqua della Barchetta; quest’ultima derivava dalla vicinanza di un
battello per il trasferimento dalla Lungara verso Via Giulia.
Oggi le
nicchie dell’Acqua Lancisiana sono ancora visibili, anche se in pessime
condizioni di conservazione, al limite dell’abbandono. La curiosa e complessa
storia di queste sorgenti, che tanto hanno significato per il rione di Trastevere
e per la città di Roma, richiedono assolutamente un diverso grado di
conservazione, al fine di garantire il mantenimento della memoria geologico -
storica della città, delle quali le Acque Lancisiane rappresentano un unicum
nel loro genere.
L'attuale condizione di degrado di una delle nicchie dell'Acqua Lancisiana, completamente abbandonata |
Per saperne di più:
Camponeschi B. & Nolasco F. (1982) – Le risorse naturali
della Regione Lazio: Roma e i Colli Albani. Regione Lazio, 7, Roma.
Cassio A. (1756) – Corso delle acque antiche portate sopra
XIV aquidotti da lontane contrade nelle XIV regioni dentro Roma, delle moderne e di altre in essa nascenti.
Tip. Puccinelli, Roma.
Corazza A., Lombardi L. (1995) – Idrogeologia dell’area del
centro storico di Roma. In: Funiciello R. (coord. scient.), La Geologia di Roma
– Il centro storico. Memorie Descrittive della Carta Geologica d’Italia, 50,
179 - 211.
Siti web:
Roma Città delle Meraviglie. Rione Trastevere - Fontana
dell'Acqua Lancisiana. http://roma.mysupersite.it/fontanediroma/rionetrastevere/gianicolense
Rerum Romanorum: http://www.rerumromanarum.com/2016/01/acqua-lancisiana.html
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