di
Alessio Argentieri
Luoghi della memoria e memoria nei luoghi
Fig. 1 |
Nel Settembre 2014 abbiamo pubblicato su queste pagine la prima parte
di un percorso sulle tracce di James Hutton (Edimburgo 1726- 1797) nella sua
città natale (link).
Era la vigilia del voto referendario per l’indipendenza scozzese dal Regno
Unito che, come è noto, ha visto vincere i “NO”. Gli avvenimenti recenti hanno
fatto comprendere come, dopo il prevalere delle ragioni del “better together
in the UK”, si preparasse nelle isole britanniche- da milioni di anni
indisturbate da ogni fenomeno orogenetico- un nuovo cataclisma: la Brexit.
La prima parte della narrazione si interrompeva con un “to be
continued”, prefigurando un’imminente prosecuzione. Questa restante parte,
allora già pressoché pronta, è rimasta invece quiescente sino a oggi, quasi tre
anni dopo il “pellegrinaggio geologico” compiuto nella Città di Edimburgo sulle
tracce di James Hutton. Ma dovendo parlare dell’uomo che rivelò l’immensità del
tempo geologico, cosa può contare una manciata di mesi?
Riprendiamo perciò il nostro discorso, secondo un modello temporale a “equilibrio
punteggiato”.
Appare superfluo riportare le note biografiche sul celebre personaggio,
e si rimanda perciò alle opere citate in coda a questo articolo. Ai lettori di
GEOITALIANI si vuole invece suggerire un diverso “camino de Santiago” appresso
a quel Giacomo scozzese, laicamente venerato da tutti i geologi del mondo. Ecco
la cronaca di quei percorsi nella città di Edimburgo (proposto sia dalla
Edinburgh Geological Society e anche da Susan Kieffer, Professor of Geology
all’Università dell’Illinois, nel suo blog “Geology in motion”), rivisti,
integrati e fotografati dal sottoscritto nel Luglio 2014.
Prima stazione: National
Portrait Gallery
Il nostro pellegrinaggio comincia tra le architetture neoclassiche e
georgiane della New Town, edificata a partire dal 1757 e completata in fasi
successive nel 1850, quando Hutton già non c’era più da molti anni. Iniziamo in
Queen St. con la visita alla National Portrait Gallery, dove incontreremo James
più volte. La prima all’esterno, sulla facciata del bel edificio in arenaria
rossa, dove campeggiano le statue dei padri della patria scolpite nella pietra:
della scelta del materiale più di tutti gli altri sarebbe stato felice Hutton,
rappresentato sulla facciata Est all’angolo con North St. Andrews St., con il martello
in una mano e un campione di roccia nell’altra. Una rete lo protegge
pietosamente dall’oltraggio dei piccioni.
Fig. 2 (a e b) - La statua di Hutton sulla facciata della National Portrait Gallery |
Nell’atrio interno, sulle quattro pareti sottostanti la balconata del
piano superiore, è dipinta una lunga e affollata teoria di tutti i principali
personaggi della storia scozzese, sin dagli albori: sulla parete est, con
l’inconfondibile marsina marrone, ancora lui, in secondo piano di profilo, tra il
poeta Robert Burns e l’ingegnere/architetto Thomas Telford.
Fig. 3 - Il “Pantheon” dei padri della patria scozzese nell’atrio della National Portrait Gallery |
Infine al secondo piano, nella sala dedicata ai protagonisti dello Scottish
Enlightment, si trova il famoso ritratto, opera del pittore Sir Henry Raeburn: James
seduto, immancabile marsina marrone, accanto ad una tavolo su cui poggia una
“natura viva”, i suoi amati campioni di rocce e fossili e un voluminoso
manoscritto, sicuramente la sua leggendaria “Theory of the Earth”.
Fig. 4 - Ritratto di James Hutton (Henry Raeburn, olio su tela, dipinto tra il 1785 e il 1790) |
Seconda stazione: National
Library of Scotland
Muoviamoci ora verso la Old Town per salire al Royal Mile.
Il percorso passa per la scalinata denominata Playfair Steps (è forse in
onore di John Playfair, epigono ed esegeta di Hutton?) e attraverso i closes,
caratteristici cortili tra gli antichi palazzi che fiancheggiano l’arteria
principale della Città Vecchia.
La sorte ci regala sul Miglio Reale un inaspettato incontro proprio con
Her Majesty Elizabeth II (in visita ufficiale in Scozia, in quel Luglio 2014, col
chiaro intento di dissuadere dalle pulsioni separatiste, nell’imminente
referendum di Settembre, i suoi pur sempre riottosi sudditi caledonici) a bordo
della vettura regale in transito sul rettilineo che dal Palazzo di Holyrood sale
all’Edinburgh Castle.
Fig. 5 - Fugace apparizione di Elizabeth II, Queen of the United Kingdom, Canada, Australia and New Zealand. |
Un luogo virtuale della memoria lo troviamo in George IV Bridge presso
la National Library of Scotland, il cui sito internet ospita il ricordo
di illustri scienziati scozzesi, oggetto di un recente sondaggio online
sulla popolarità: nel ranking, guidato dal fisico James Clerk Maxwell,
Hutton si piazza onorevolmente al settimo posto. Già che ci siete, date
un’occhiata al repertorio di cartografie antiche disponibili sul sito del NLS (https://www.nls.uk/).
Lungo il Royal Mile si nota casualmente una targa in metallo, apposta
sulle mura di un elegante edificio in arenaria, commemorativa del geologo, naturalista e scrittore Hugh Miller (1802-1856); figura
non celeberrima, ma a cui la Città ha voluto dare risalto in un luogo della
memoria. Continuiamo a imparare e prendere esempio da chi è più avanti di noi.
Fig. 6 - Targa commemorativa di Hugh Miller |
Terza stazione: Greyfriars
Cemetery
A poca distanza dalla Library, eccoci alla Greyfriars Church, con
annesso cimitero, il cui ospite più famoso è il cagnolino Bobby, rimasto per
anni a vegliare la tomba del suo padrone poliziotto, prima di venir sepolto in
posizione d’onore- seppur appena fuori dalla terra consacrata- di fronte al cancello d’ingresso.
Il Cimitero è un luogo affascinante, meta di passeggiate di mamme con
bambini, circondato da graziosi edifici d’epoca le cui finestre affacciano
disinvoltamente sull’area verde, a testimonianza del sereno rapporto con la
morte, senza timore, che l’origine celtica consente agli scozzesi. Si narra che
da questo luogo J.K. Rowling abbia preso in prestito alcuni nomi di personaggi,
oltre che le atmosfere, per la saga di Harry Potter.
Le spoglie mortali di Hutton riposano nella sezione detta Covenanter’s
Prison, chiusa al pubblico perchè ritenuta uno dei luoghi di interesse per gli
appassionati di ghost stories. Una modesta lapide è apposta nella
cappella scoperta, situata di fronte a quella dove si trova il suo
contemporaneo James Black.
Per visitarla, fatevi coraggio palesando la vostra affinità spiritual-geologica
con Hutton, e se avrete- come chi scrive- la fortuna di incontrare Jackie, una
gentile e bizzarra custode (che sembra uscita da Hogwarts e somiglia anche un
po’ a Doby, il folletto amico di Harry Potter), ci riuscirete.
Fig. 7 - Il sepolcro di James Hutton |
…to be continued…
(la terza e ultima puntata, con tutti i riferimenti bibliografici, il
prossimo 26 Maggio
2017)
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