di Franco Foresta Martin
Decreto istitutivo dell'Istituto Nazionale di Geofisica |
Il 15 novembre 1936 (80 anni fa, alla data in cui
scrivo queste note), con un decreto firmato da Guglielmo Marconi, allora
presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), veniva istituito
l’Istituto Nazionale di Geofisica (ING) e contestualmente ne era affidata la direzione
al professor Antonino Lo Surdo, titolare della cattedra di Fisica Superiore
all’Università La Sapienza di Roma. La sede dell’ING era stabilita nei locali
dell’Istituto di Fisica, da poco costruito nella nuova città universitaria.
La ricorrenza dell’ottantesimo anno dalla
fondazione dell’ING (diventato INGV con l’aggiunta delle competenze in
Vulcanologia dopo la riforma del 1999), mi offre l’opportunità di ripercorrere
le ricerche che ho condotto tra il 2007 e il 2010, assieme alla dottoressa Geppi
Calcara dell’Archivio Centrale dello Stato, col proposito di ricostruire le
complesse vicende della gestazione, della nascita e dei primi anni di attività di
questo istituto. Ricerche che hanno portato alla pubblicazione del volume:
Franco Foresta Martin e Geppi Calcara, Per
una storia della geofisica italiana. La nascita dell’Istituto Nazionale di
Geofisica (1936) e la figura di Antonino Lo Surdo. Springer, 2010.
Istituto di Fisica Università La Sapienza - Roma |
Esaminando centinaia di documenti custoditi negli
archivi storici del CNR e dell’Istituto Nazionale di Geofisica, la Calcara ed
io trovammo delle carte inedite riguardanti Guglielmo Marconi -nella sua
qualità di presidente del CNR- e altri accademici come Luigi De Marchi, Giovan
Battista Rizzo, Emanuele Soler, Antonino Lo Surdo e Gino Cassinis, i quali, fin
dall’inizio degli anni Trenta, tentavano fra mille difficoltà di rilanciare le
sorti della geofisica italiana. A quei tempi esisteva già un Ufficio Centrale
di Meteorologia e Geofisica, con sede presso il Collegio Romano della Capitale,
che avrebbe dovuto occuparsi a tutto campo di queste discipline; ma esso era considerato
a tal punto inefficiente, sia sul fronte delle ricerche, sia per la pessima
gestione delle reti di sorveglianza, da sconsigliarne persino una riforma, auspicando
la sua sostituzione con un altro istituto creato ex-novo. Come scriveva, senza
mezzi termini, lo stesso Marconi al ministro delle Finanze Carlo Jung nel 1934:
“L’Ufficio Centrale di Meteorologia e
Geofisica […] per un complesso di tristi vicende è in condizioni tali che non
si può far altro che formulare l’augurio che sparisca al più presto”.
Guglielmo Marconi (1874-1937) |
Per molti Guglielmo Marconi è considerato, tout court, il geniale e metodico inventore
della telegrafia senza fili; e poi anche lo scienziato di regime,
l’ambasciatore dei successi del fascismo nel mondo. Il suo ruolo di presidente
del CNR è rimasto in parte nell'ombra e questi suoi interventi nel campo della
geofisica potrebbero oggi destare qualche meraviglia. Ma il premio Nobel per la
Fisica (1909), fu anche un eccellente organizzatore della ricerca scientifica.
Mussolini ne era ben consapevole, tanto che nel 1927 gli aveva affidato la
presidenza del CNR col compito di riorganizzare la scienza italiana, anche al
di là dei confini del CNR, e di trasformare l’ente di ricerca in un efficiente organo
tecnico al servizio del regime. In questa veste Marconi si era reso conto che
la geofisica era una disciplina negletta sia dai ministri sia dalle varie
amministrazioni territoriali, nonostante il succedersi di gravi emergenze
sismiche con migliaia di morti (Casamicciola 1883, Liguria 1887, Messina 1908,
Avezzano 1915, ecc.) e malgrado gli appelli di vari accademici impegnati in quegli
studi.
In un primo tempo Marconi aveva pensato di
fondare un Istituto di Geofisica autonomo dal CNR, sotto la vigilanza del
Ministero della Pubblica Istruzione; ma non riuscendo a ottenere gli ingenti
finanziamenti necessari per questa impresa, arrivò a un compromesso col governo:
il vecchio Ufficio Centrale, piuttosto che eliminato, sarebbe stato trasformato
in istituto di ricerca nel campo della meteorologia agraria; e il nuovo ING
sarebbe diventato uno degli istituti operanti sotto l’ala del CNR.
La direzione del nuovo istituto fu affidata a uno
scienziato di cui Marconi aveva conoscenza diretta e stima: Antonino Lo Surdo,
noto per la scoperta del cosiddetto “effetto Stark - Lo Surdo”, ossia la
scissione delle righe spettrali in un campo elettrico. Si trattava di un
risultato notevole nel campo della spettroscopia atomica che Lo Surdo aveva
conseguito contemporaneamente al fisico tedesco Johannes Stark e in maniera del
tutto indipendente, ma che poi aveva tardato a pubblicare. Con la conseguenza
che solo Stark aveva ottenuto il premio Nobel per questa scoperta nel 1919.
Antonino Lo Surdo (1880-1949) |
Lo Surdo, appena nominato direttore del nuovo
istituto del Cnr, si circondò di giovani e brillanti ricercatori, molti dei
quali provenienti dalle rinomate scuole di fisica di Roma e di Firenze,
riuscendo a dar vita, in pochi anni, a innovativi gruppi di ricerca in
sismologia, elettricità atmosferica e terrestre, magnetismo, raggi cosmici, radiazioni
solari, ionosfera, radioattività naturale, geologia, meteorologia, idrologia. Nonostante
gli sconvolgimenti del periodo bellico e i numerosi danni alle sedi e alle
strumentazioni dell’ING, molteplici furono i risultati scientifici conseguiti
dall'Istituto nei primi anni di attività, fino alla morte di Lo Surdo nel 1949:
la realizzazione della prima moderna rete di sorveglianza sismica in Italia,
gli apparati di registrazione dei raggi cosmici, gli esperimenti con le microonde,
la realizzazione delle prime stazioni di monitoraggio ionosferiche, gli studi
sulla radioattività terrestre.
Nel ricostruire la creazione e le prime ricerche svolte
dell’ING, la Calcara ed io ci siamo resi conto che quanti prima di noi avevano
trattato le vicende passate dell’Istituto si erano dedicati, più che altro,
alla sua storia amministrativa. Un quadro più completo, ai fini di
un’equilibrata valutazione dell’attività svolta, richiedeva che fosse presa in
esame la produzione scientifica. Per rispondere a questa esigenza ho analizzato
quasi duecento lavori pubblicati dai ricercatori dell’ING nei primi 12 anni di
vita dell’Istituto (direzione Lo Surdo), classificandoli per temi prevalenti e
tentando di tracciarne un bilancio quantitativo e qualitativo. Per fortuna
tutte le ricerche intraprese e portate a compimento dall’ING in questo lasso di
tempo sono state pubblicate nella raccolta PING (Pubblicazioni dell’Istituto
Nazionale di Geofisica), oggi accessibile nella biblioteca dell’INGV di Roma.
I temi sismologici dominano il campo, con 87
lavori su 197 (44,2 %). Si tratta di ricerche sulle caratteristiche dei vari
tipi di onde sismiche e delle modalità di propagazione, sulla localizzazione
delle sorgenti, sull’analisi di specifiche sequenze sismiche, sulla
progettazione e realizzazione di nuovi sismografi e accelerometri. Queste
pubblicazioni sono rivelatrici, oltre che dei contenuti delle ricerche, dei
loro protagonisti e dell’organizzazione del lavoro. Sotto il coordinamento del “geofisico
principale” Pietro Caloi si era formato un gruppo che si occupava di sismologia
e fisica dell’interno della Terra: Guido Pannocchia, Francesco Peronaci e Ezio
Rosini; successivamente si aggiunsero Domenico Di Filippo, Maurizio Giorgi,
Liliana Marcelli, Carlo Morelli e Paolo Emilio Valle.
Stazione sismica all'Istituto di Fisica (1940) |
Fecondata dalla fattiva collaborazione fra
geofisici e fisici delle particelle (per lo più allievi di Enrico Fermi), la
ricerca sui raggi cosmici portò alla pubblicazione di 36 lavori (18,3% del
totale) firmati da personaggi come Mario Ageno, Gilberto Bernardini, Bernardo
Nestore Cacciapuoti, Giuseppe Cocconi, Marcello Conversi, Bruno Ferretti,
Camilla Festa, Ettore Pancini, Oreste Piccioni, Mariano Santangelo, Gian Carlo
Wick. Ad alcune campagne di osservazione nel Laboratorio della Testa Grigia sul
Pian Rosa all’inizio degli anni ’40 partecipò anche il giovane Edoardo Amaldi,
per il quale il direttore Lo Surdo aveva chiesto il rientro dal fronte di
battaglia nordafricano allo scopo di portare a compimento “importanti ricerche
di fisica nucleare e di geofisica”.
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Al terzo posto degli interessi del neonato ING
c’erano le ricerche in elettricità atmosferica e terrestre, sviluppate in
prevalenza dal giovane Enrico Medi (futuro direttore dell’ING dopo Lo Surdo)
con la collaborazione di Renato Cialdea e Guglielmo Zanotelli.
Osservatorio per l'elettricità atmosferica (Ardeatina) |
La limnologia,
in particolare lo studio delle sesse (oscillazioni delle acque lacustri)
impegnò lo stesso Caloi e il suo gruppo di collaboratori con 14 pubblicazioni
(7,1 %).
Rilevante, anche per i suoi aspetti pionieristici, fu l’impegno di
ricerca nel campo del sondaggio ionosferico sviluppato da Ivo Ranzi e Antonio
Bolle con 11 pubblicazioni (5,6 %).
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Di minore peso, ma pur sempre indicative di
uno studio della geofisica a 360 gradi, furono le ricerche nei campi di:
radioattività, radiazione e ottica atmosferica, geologia e geodesia,
meteorologia.
Insomma, se Marconi fu il promotore
dell’ING, Lo Surdo è stato colui che ha pazientemente edificato, un mattone
sull’altro, il primo moderno istituto di geofisica italiano, selezionando
scienziati di talento, realizzando la prima rete di monitoraggio nazionale e
offrendo opportunità di ricerca a tanti giovani che poi si sarebbero affermati
come scienziati di fama nazionale e internazionale.
Nel ripercorrere la storia della fondazione e dei
primi anni di attività dell'ING, non abbiamo potuto fare a meno di approfondire
le vicende personali di una figura controversa come quella del suo primo
direttore. Stimato, oltre che da Marconi, anche dal matematico Vito Volterra e
dal fisico Orso Mario Corbino, che lo aveva chiamato in cattedra a Roma nel
1918, Lo Surdo avrebbe dimostrato la parte peggiore del suo carattere quando si
profilò all’orizzonte, nel 1926, la venuta a Roma di Enrico Fermi. Secondo i
racconti tramandati da Emilio Segrè, uno dei più brillanti “ragazzi di via
Panisperna”, Lo Surdo, accecato da gelosia accademica, si oppose inutilmente
alla chiamata di Fermi alla cattedra in Fisica Teorica voluta dallo stesso
Corbino, dicendo che la considerava “un’offesa personale”; poi sarebbe
diventato un “nemico dichiarato di Fermi, che lo ricambiava”. Solo la partenza
di Fermi negli Stati Uniti nel 1938 avrebbe messo fine a queste rivalità
accademiche che, tuttavia –come abbiamo potuto documentare–, non impedirono lo
svilupparsi di proficue collaborazioni fra il neo-direttore dell'ING e la quasi
totalità degli allievi di Fermi, alcuni dei quali furono segnalati da quest’ultimo
con tanto di lettera di raccomandazione indirizzata al direttore Lo Surdo.
Alla vigilia del conflitto, quando anche in
Italia si giunse all'ignominia del Manifesto della Razza, Lo Surdo si trovò nel
mezzo di un fuoco incrociato. Per il sol fatto di aver dato ampio spazio,
all'interno dell'ING, alle ricerche sui raggi cosmici, bollate come “inutile fisica
giudaica” da alcuni fascisti, Lo Surdo fu accusato di essere un “giudeo”
annidato nelle istituzioni scientifiche. D’altra parte, volendo applicare la
legge che vietava l’accesso agli istituti universitari ai cittadini di razza
ebrea, fu accusato di essere un "fascista zelante". Per questo, negli
anni della “defascistizzazione” Lo Surdo fu radiato dall'Accademia dei Lincei
sotto la presidenza del matematico di origini ebree Guido Castelnuovo; per poi
essere reintegrato a pieno titolo con votazione unanime della Classe di Scienze
Matematiche Fisiche e naturali con la partecipazione dello stesso Castelnuovo.
Francobollo commemorativo di Antonino Lo Surdo, nel centenario della nascita |
Anche per questo intreccio tra scienza, politica
e società, sullo sfondo di avvenimenti drammatici come la dittatura, la guerra
e il travagliato ripristino della democrazia, la storia della nascita dell'ING
può essere letta come un paradigma della vita italiana, in cui virtù scientifiche
e umane debolezze di molti dei protagonisti risaltano con stridente contrasto.
Roma, 15 novembre 2016
Per saperne di più:
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