Nelle campagne fra Montalbano Jonico e Pisticci, nel settore NO dell’area della Riserva Regionale dei Calanchi di Montalbano Jonico, proprio al confine tra i territori comunali di Craco, Pisticci e Montalbano Jonico, affiora uno spettacolare piastrone calcareo pressoché verticale immerso nel vasto mondo argilloso di questo settore di Basilicata.
Tempa Petrolla vista dalla valle del Cavone |
Si tratta di un enorme olistolite costituito da calcari grigi a Orbitoides e rudiste di età cretacica , a giacitura verticale, inglobato nel complesso argilloso delle argille variegate cretaciche-miocenico inferiore dell’Unità tettonica sicilide di Rocca Imperiale, rappresentate da argille rosse, verdi e grigio-piombo, caotiche, con strati di diaspri varicolori e calcari selciferi. L’area ricade nel Foglio 507 Pisticci della Carta geologica d’Italia in scala 1:50.000 del Servizio Geologico d’Italia, ISPRA (visualizzabile a questo link: http://www.isprambiente.gov.it/Media/carg/507_PISTICCI/Foglio.html).
Stralcio del foglio geologico 507 Pisticci della Carta geologica d’Italia in scala 1:50.000 e della relativa legenda (Servizio geologico d’Italia, ISPRA)
|
Nel versante della Petrolla affiorano numerosi olistoliti, anche se di dimensioni più modeste e con diversi assetti giaciturali, rappresentati da unità di diversa natura litologica.
Un altro olistolite calcareo affiorante nell'area |
Grazie alla posizione sopraelevata a dominio delle vie di passaggio, Tempa Petrolla è stato abitato fin dal Neolitico, ospitando poi nel Medioevo un villaggio fortificato. Dalla sommità del rilievo roccioso, sul quale è stato edificato un piccolo castello, sono visibili a 360° il Torrione di Craco, il Castello di Pisticci, il Castello di San Basilio e le fortificazioni di Montalbano Jonico. Tempa Petrolla fa parte del sistema geodetico nazionale.
Nel dialetto locale la Petrolla è, ovviamente, la pietra; un luogo che nel vissuto popolare evoca, come spesso in Basilicata, il brigantaggio.
Tempa Petrolla è sullo spartiacque di due valli, quella del fiume Cavone e quella del fiume Agri: un punto strategico, ripreso dalla cartografia a far parte della sistema geodetico italiano grazie alla sua estrema visibilità.
Ma oltre alla Petrolla, è l’intera area calanchiva di Montalbano Jonico a offrire, per gli aspetti geologici e paleontologici, paesaggistici, ambientali, archeologici e culturali, un estremo interesse. Le incisioni calanchive, brulle ma nello stesso tempo contornate da boschetti di macchia mediterranea, pini e cipressi, disegnano allo sguardo paesaggi di grande suggestione.
Come detto, le particolarità geologiche e la valenza scientifica dei Calanchi di Montalbano hanno fatto sì che la Regione Basilicata ha istituito con L.R. n.3 del 2011 la “Riserva regionale dei Calanchi di Montalbano Jonico”, con l’intenzione di tutelare quest’importante area naturale, assolutamente unica.
Il centro storico di Montalbano costituisce il punto di partenza per passeggiate nella riserva, percorrendo i cosiddetti "Appiett’", sentieri che si innescano sulle vecchie vie della transumanza e che spaziano lungo la Val d’Agri, dal Mar Jonio fino alle montagne del Pollino.
Da ricordare che nell’area di Montalbano Jonico è stata proposta la sezione tipo per il limite stratigrafico Pliocene-Pleistocene.
Per saperne di più:
http://legambientemontalbano.jimdo.com/la-riserva-dei-calanchi/
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.