Papa Pio VII (Cesena 1742- Roma 1823) |
Ma questa è un’altra storia, e torniamo perciò a Pio VII: nato a Cesena nel 1742, Barnaba Chiaramonti prese i voti nell’ordine benedettino nel 1758 con il nome religioso di don Gregorio; nel 1784 fu nominato vescovo di Imola e il 14 marzo 1800 salì al soglio pontificio succedendo al suo concittadino Angelo Braschi, papa Pio VI.
Chiaramonti, pontefice illuminato, resse la Chiesa negli anni convulsi di inizio XIX secolo. Nonostante i contrasti politici e religiosi tra la Francia e lo Stato Pontificio, egli, personaggio mite e conciliante, fu inizialmente in buoni rapporti con Napoleone Bonaparte, di cui fu chiamato a presenziare nel 1804 la cerimonia di incoronazione a Imperatore dei Francesi nella cattedrale di Notre-Dame de Paris, assistendo passivo e silenzioso all’autoconsacrazione della coppia regale ritratta nel famoso dipinto di Jacques-Louis David.
Jacques-Louis David, Sacre de l'empereur Napoléon 1er et couronnement de l'impératrice Joséphine dans la cathédrale Notre-Dame de Paris, le 2 décembre 1804, (1806-1808; Paris, Musée du Louvre). |
Seguirono progressivi contrasti, culminati nella definiva rottura dei rapporti dopo l’invasione di Roma nel 1808 da parte delle truppe francesi guidate dal generale Miollis, con il Papa che si autorelegò a prigioniero nel Palazzo del Quirinale. Nel 1809 il Pontefice fu sequestrato dai Francesi e deportato a Savona, dove fu segregato per quasi tre anni fino al 1812, quando gli fu imposta- nonostante l’età avanzata- una ulteriore “cattività transalpina” traducendolo a Fontainebleau, dove permase per diciannove mesi, sottoposto a progressive umiliazioni da parte di Napoleone. Finalmente nel 1813 Bonaparte, dopo i disastrosi esiti della campagna di Russia, fece ricondurre Pio VII a Savona, decretandone poi la liberazione nel marzo dell’anno successivo. Dopo l’abdicazione di Napoleone (6 aprile 1814), fu ripristinata l’autorità papale su Roma.
Tra le complesse vicende della vita di Pio VII, mecenate degli studi mineralogici, va ricordato anche un singolare episodio, meno epico e rilevante dal punto di vista storico, che si svolse due secoli fa, durante una delle tappe del convulso peregrinare a cui egli fu sottoposto.
Durante i “Cento giorni”, nel timore di un possibile ritorno al potere di Napoleone in Francia, il Papa lasciò Roma nel Marzo 1815 fuggendo a Genova per sottrarsi alla minaccia delle truppe di Gioacchino Murat. Il 2 giugno 1815 il convoglio papale, sulla via del ritorno, transitava lungo la Via Francigena quando fu necessaria una sosta d’emergenza per consentire all’anziano Pontefice di espletare un’esigenza fisiologica. Che fu espletata presso Barberino Val d’Elsa, a breve distanza da Poggibonsi, utilizzando i servizi (non si sa quanto igienici) di una casa colonica posta sulla Via Cassia.
Oggi la frazione del Comune di Barberino, detta “Sosta del Papa”, conserva nella toponomastica rimembranza di quell’episodio. L’edificio che ne fu teatro ospita una trattoria tipica toscana dall’identico nome.
La sosta del Papa |
«Pio VII PONT SOMMO Pei timori della guerra da Gioacchino Napoleone accesa per farsene signore in Italia partito providam il dì 22 marzo 1815 da Roma e per lo spazio di 2 mesi mentre discacciavasi per le armi austriache e toscane lo autore di tale intrapresa da Napoli trattenutosi in Genova ritornando il dì 2 giugno alla sua sede da fisiche necessità costretto questa casa della sua augusta presenza onorò.Lo avvenimento memorabile volle tramandare in questo marmo alla posterità Batista Filippo Pandolfini patrizio fiorentino»
La lapide commemorativa |
La simpatia per il personaggio non potrà poi che essere rafforzata nel rivederne, ne “Il Marchese del Grillo” di Mario Monicelli (1981), la memorabile interpretazione di Paolo Stoppa, che incassa con stile l’irriverente scherzo perpetratogli da Sordi nei panni del nobile romano Onofrio.
Paolo Stoppa (Pio VII), Alberto Sordi (Onofrio del Grillo) e Camillo Milli (Cardinal Consalvi) |
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