L’ambiente
alpino, e quello dolomitico in particolare, rappresentarono per le truppe degli
eserciti contrapposti durante la Prima Guerra Mondiale le condizioni più
estreme nelle quali si trovarono a combattere. Le difficoltà incontrate non
furono dovute solo alla conformazione topografica dell’area dolomitica, ma
anche ai caratteri geologici e geomorfologici del territorio.
Il ruolo svolto
dai geologi e dei cartografi in quegli anni verrà messo in luce nel convegno “In
guerra con le aquile. Geologi e cartografi sui fronti alpini del primo
conflitto mondiale” che si svolgerà al MUSE, Museo delle Scienze di Trento, dal
17 al 20 settembre.
Il convegno vuole
raccontare e ricordare da un punto di vista storico e geologico i luoghi, gli
eventi e i personaggi coinvolti nel conflitto nella ricorrenza del centenario
dell’ingresso italiano nelle ostilità. Verranno evidenziati, inoltre, gli
effetti che le azioni militari hanno avuto sull’ambiente ma anche i nuovi
rapporti culturali che si sono creati tra uomo e gestione/tutela del territorio
nel secolo trascorso dal primo conflitto mondiale.
Organizzato
da ISPRA, Società Geologica Italiana, Geologische Bundesanstalt di Vienna e
MUSE, il convegno prevede quattro sessioni tematiche: Geologia e guerra; La
montagna studiata; La montagna addomesticata e ferita; La montagna ricorda. Chairmen
delle sessioni saranno Giambattista Vai, direttore del Museo Capellini dell’Università
di Bologna, esperto di storia della geologia; Carlo Doglioni, professore di
Geodinamica alla Sapienza, Università di Roma, uno dei massimi esperti della
geologia dell’area dolomitica; Camillo Zadra, Direttore del Museo storico
italiano della guerra di Rovereto; Giorgio Vittorio Dal Piaz, già professore di
Geologia all’Università degli Studi di Padova.
Gli
interventi previsti spaziano dall’analisi geologico-geomorfologica delle zone
teatro della guerra, all’analisi storica dei materiali cartografici e
documentali originali del periodo. Attenzione sarà poi dedicata all’impatto
delle attività militari sul territorio e all’alterazione del delicato
equilibrio tra attività antropica e territorio. Una delle sessioni, poi,
analizzerà lo sviluppo delle tecnologie che, in tempo di pace, verranno
utilizzate per scopi di ricerca territoriale e ambientale.
Nella prima giornata si terrà una tavola rotonda con esperti del settore dal titolo “La montagna ricorda. Gestione e condivisione del patrimonio culturale come strumento per la tutela e la valorizzazione del territorio”, moderata da Franco Foresta Martin, giornalista scientifico del Corriere della Sera.
Nella prima giornata si terrà una tavola rotonda con esperti del settore dal titolo “La montagna ricorda. Gestione e condivisione del patrimonio culturale come strumento per la tutela e la valorizzazione del territorio”, moderata da Franco Foresta Martin, giornalista scientifico del Corriere della Sera.
Il convegno sarà
seguito da una escursione che ripercorrerà alcuni dei luoghi teatro del
conflitto nei quali i caratteri geologici e geomorfologici del territorio hanno
profondamente condizionato le azioni militari. Verrà percorsa la Galleria del
Lagazuoi, realizzata durante il conflitto per la cosiddetta “guerra di mina” e
visitato il Forte Pozzacchio, inserito strategicamente in una situazione
geologico-geomorfologica particolarmente adatta agli scopi militari.
Il convegno
ha avuto il patrocinio del Comitato
Interministeriale per il Centenario della Prima Guerra Mondiale della
Presidenza del Consiglio e del Consiglio Nazionale dei Geologi.
I saluti di apertura verranno fatti dal MUSE,
dalla Provincia Autonoma di Trento, dal Comune di Trento, dal Comando Militare
Territoriale, dal Consiglio Nazionale dei Geologi, dalla Società Geologica
Italiana e dall’ISPRA.
Il programma el convegno è disponibile al download su:
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