lunedì 9 febbraio 2015

Cosimo Arcangelo De Giorgi e la prima carta geologica del Salento

di Fabiana Console
Ritratto di Cosimo De Giorgi
Con licenza Pubblico dominio
tramite Wikipedia 

Quello che rende peculiare un personaggio come Cosimo Arcangelo De Giorgi (1842-1922) è la sua poliedricità ed i suoi molteplici interessi che si svilupparono intorno alle scienze naturali a tutto tondo uniti al suo amore per il territorio salentino, sua terra di origine. Non si può infatti parlare di scienza e Salento di fine XIX secolo senza avere il suo nome, in decine di settori, sempre in primo piano.
Laureatosi in Medicina a Pisa nel 1864 e specializzatosi nel 1866 in Chirurgia a Firenze, nel 1867 ritornò a Lizzanello, suo paese natio in provincia di Lecce, per assistere la sua famiglia colpita da una grave epidemia di colera.
Ottenne l’insegnamento di Storia Naturale nella Scuola Tecnica-Normale di Lecce ed avviò una intensissima attività di studio dell’ambiente salentino con interessi che spaziarono dalla meteorologia alla sismologia, dalla geologia alla paleontologia, dall’archeologia alla storia locale, dall’agricoltura all’igiene.
Iniziò, tra il 1868 e il 1872, la raccolta sistematica delle osservazioni meteorologiche a Lecce e nel 1874 fondò l’Osservatorio Meteorologico, che diresse ininterrottamente fino quasi alla sua morte. All’Osservatorio collegò una rete di 30 stazioni termopluviometriche e altri tre Osservatori, dando vita alla Rete Termopluviometrica Salentina, un’istituzione che fece balzare la Provincia di Lecce ai primi posti in Italia nel settore.
Quello che in questo breve scritto – che non ha caratteristiche di esaustività - si vuole fare emergere è invece il Cosimo De Giorgi geologo e i suoi rapporti con il Comitato Geologico d'Italia, che in quegli anni iniziava i rilievi per il grande progetto della Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000, di cui non fece mai parte ma per la quale collaborò con alacrità ed impegno.

Nel 1877 il Direttore del R. Comitato Geologico, Pietro Zezi, gli chiese di portare a termine uno studio geologico e mineralogico sulla Basilicata e sulla provincia di Lecce poiché era necessario avere, di quelle zone d’Italia, almeno un abbozzo cartografico che si rendeva necessario per poter portare al Congresso Geologico Internazionale di Parigi del 1878 la prima Carta Geologica e Mineraria d’Italia alla scala 1:600.000. A dimostrazione di come un “giovane” Comitato Geologico nato da pochissimi anni e molto in ritardo rispetto al panorama europeo cercasse di recuperare, anche affidando a rilevatori esterni ma competenti, la mappatura del territorio italiano.
De Giorgi aveva infatti edito nel 1876 un volume dal titolo “Note geologiche sulla Provincia di Lecce” dimostrando ottime basi scientifiche e descrittive pur non essendo un geologo o un mineralogista.
Aveva avuto rapporti negli anni precedenti con Capellini con il quale aveva visitato Santa Maria di Leuca nel 1868 e aveva approfondito i suoi studi geologici con i saggi in terra salentina scritti da Brocchi, Mauget e Botti.
Questo volume era, nelle intenzioni dell’Autore, il primo di quattro della serie dedicata allo studio geologico della zona “Contribuzioni alla descrizione geologica dell’Italia”. Nel 1879 pubblicò, nella stessa serie, anche le Note geologiche sulla Basilicata.
Ci dice, infatti, nell’introduzione dedicata a Antonio Stoppani, che in questa prima parte ha solo dato:
…. un cenno generale sull’orografia, sulla litologia, sulla cronologia geologica e sulla idrografia del leccese.
Ha poi ampliato il quadro descrittivo “alle sole formazioni plioceniche […] che formano una buona metà del territorio di questa provincia” intendendo nei volumi successivi, mai editi, passare dalle “formazioni più antiche fino al Cretaceo, alle ricerche sulla idrografia, alle rocce e ai minerali industriali“.
Appena stampato il volume fu inviato al Comitato dallo stesso Autore.
Dal verbale dell'adunanza del R. Comitato Geologico del 28 gennaio 1877 leggiamo dell’incarico che venne dato al De Giorgi che nel 1887 completò i rilievi producendo una carta in più fogli della Basilicata e della Provincia di Lecce, rimasta inedita. Tale carta, su base topografica dell’Istituto Geografico Napoletano del 1874 alla scala di 1:250.000 rappresenta il primo abbozzo di carta geologica della zona che attualmente comprende Campania (Cilento), Puglia e Basilicata. Il foglio n.17 Cilento con nota manoscritta dell’Autore ci informa che tale zona è stata rilevata da aprile a giugno del 1881.

Carta geologica della provincia di Lecce, scala 1:400.000
Cosimo De Giorgi


La successione individuata e descritta da De Giorgi comprende una parte basale costituita da “calcari compatti scuri, coralliferi, con noduli di selce (Giuraliassico)”, ai quali fanno seguito due unità cretaciche: una di età Cretacico medio e inferiore “a sistema alpino” costituita da “calcari bianchi a rudiste e nerinee”; l'altra, di età Cretacico superiore, “a sistema appenninico”, costituita da arenarie grigie e conglomerati calcarei e granitici, scisti galestrini con selce, argille scagliose”.
Anche l'Eocene viene suddiviso nei due “sistemi” alpino (Eocene inferiore)  e appenninico (Eocene medio e superiore): nel primo caso si tratta di calcari bianchi o scuri, talvolta bituminosi, a foraminiferi; nel secondo si tratta di arenarie, scisti a fucoidi, scisti galestrini e calcari nerastri.
La successione mio-pliocenica continua con litologie simili alle cretaciche appenniniche: scisti argillosi e arenarie, seguite da argille sabbiose e turchine plioceniche.
Il Quaternario è costituito da “conglomerati a terrazzi elevati. Alluvioni antiche, brecce.” La successione quaternaria è chiusa da depositi “alluviali”: sabbie, ghiaie, argille dei corsi d'acqua attuali, travertini, sabbie marine e dune litoranee.
Tra i sedimenti miocenici, va ricordata la “Pietra leccese” (che sarà oggetto di un prossimo post), che de Giorgi descrive come un calcare argilloso e magnesifero, tenero, granulare, di struttura fine ed omogenea e di un colore paglierino. Fra i fossili nota la ricchezza in foraminiferi, in particolare di Globigerine, Orbuline, Nodosarie e Rotalie.

La carta geologica e mineraria della Provincia di Lecce fu pubblicata nel 1880 alla scala di 1:400.000 e l’anno seguente, con ancora molti rilievi da completare, l’Abbozzo della Carta geologica della Basilicata. Ricordiamo che nel 1881 a Bologna si tenne il 2° Congresso Geologico Internazionale nel quale l’Italia doveva dimostrare all’Europa geologica quanto fossimo in grado di produrre nonostante un Comitato Geologico nato da poco meno di un decennio.
Moltissimi i rapporti intercorsi tra Cosimo De Giorgi il R. Ufficio Geologico e molto fitta la corrispondenza e le relazioni (cfr. Boll. del R. Ufficio geologico, anni 1877-1922) che De Giorgi inviava a Roma per tenere aggiornati i colleghi. Dall’archivio del Servizio Geologico d’Italia, ancora da studiare approfonditamente, emerge un tesoro sotto forma di rapporti personali, consigli, solleciti e missive che indicano l’altissima stima che in quel periodo si aveva del nostro Autore.
Fu solo nel 1922 che De Giorgi, poco prima di morire, pubblicò la Descrizione geologica e idrografica della provincia di Lecce, con tavole e sezioni geologiche, opera che chiudeva il cerchio dei suoi studi geologici del territorio salentino.
Nota
La cartografia inedita descritta è conservata presso l’Archivio cartografico della Biblioteca ISPRA, già Biblioteca del Servizio Geologico d’Italia.


Bibliografia

  • Console F., Pantaloni M. (2014) - Gli albori della cartografia geologica italiana all’Esposizione Universale di Parigi del 1878. Bollettino Associazione Italiana di cartografia. 150/2014: 20-32.
  • Note geologiche sulla Provincia di Lecce pel Cosimo De Giorgi, Lecce: Tip. Garibaldi, 1876
  • Note geologiche sulla Basilicata pel Cosimo De Giorgi, Lecce: Tip. editrice Salentina, 1879
  • Boll. Serv. Geol. d'It., anno 1877, Verbale delle Adunanze.
  • Descrizione geologica e idrografica della provincia di Lecce: con tavole e sezioni geologiche di Cosimo De Giorgi, Lecce: R. tipografia ed. Salentina, fratelli Spacciante, 1922.

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