Ritratto di Ulisse Aldrovandi. Foto di Mattei-Zamboni (in Vai, 2003) |
La prestigiosa rivista Nature ha
pubblicato, lo scorso anno, un editoriale sul declino dei Musei di Storia
naturale in Italia (Nature 515, 311-312,
2014). Pochi giorni fa, tuttavia, una replica all'editoriale è stata inviata
da alcuni scienziati, che ci pregiamo di annoverare tra i membri della nostra
Sezione.
L'editoriale riporta che l'Italia ha
ospitato “alcuni tra i primi musei di Scienze naturali” del mondo, omettendo,
forse per dimenticanza, che l'Italia è la patria della museologia scientifica,
grazie alla monumentale figura di Ulisse Aldrovandi, padre delle scienze
naturali.
Aldrovandi, bolognese, nacque nel 1522 e
morì nel 1605; fu il primo al mondo a considerare le collezioni naturalistiche
qualcosa in più di una mera raccolta amatoriale e che potevano diventare, se
ben organizzate e strutturate, dei veri e propri Musei di storia naturale
concepiti come strutture pubbliche.
Un ulteriore elemento introdotto da
Aldrovandi è il concetto di fossile da usare come esemplare di riferimento,
utile per motivi di studio e confronto, quello che in paleontologia viene
chiamato come olotipo.
Riproduzione del testamento di Aldrovandi dove figura per la prima volta nella storia la parola ‘giologia’ (geologia). Foto Picciolo-Savarese in Vai (2003) |
Oltre la figura del grande Aldrovandi, la
nota ricorda quelle del veronese Francesco Calzolari, del romano Michele
Mercati e del napoletano Ferrante Imperato, sottolineando la netta priorità
italiana nella nascita e nello sviluppo della museologia naturalistica.
Ritratto di Francesco Calzolari (1522-1609) da Vai (2003) |
Ritratto del Museo di Ferrante Imperato a Napoli (da Vai, 2003) |
Nella nota poi, con toni suggestivi, si
ricorda il testamento lasciato da Aldrovandi sul letto di morte nella fredda
notte del 10 novembre 1603: lo scienziato cede la sua collezione al Senato di
Bologna, con la speranza che sarebbe stato mantenuto e tenuto a disposizione
per gli studiosi di tutto il mondo e per i secoli a venire. Purtroppo l’Italia non
è stata garante di questo lascito e ha fatto in modo che, nel tempo, molto
materiale importante diffuso sullo stivale fosse dimenticato, trascurato e
abbandonato.
La nota si conclude con una speranza,
auspicando la rinascita dei musei di storia naturale nel nostro paese.
Per
approfondire:
- http://www.nature.com/nature/journal/v517/n7534/full/517271c.html
- http://www.nature.com/news/save-the-museums-1.16369
- http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&ved=0CCsQFjAC&url=http%3A%2F%2Fwww.museocapellini.it%2Fsystem%2Ffiles_force%2Fdocs%2Fquadricentenario%2520-%2520cap2.pdf%3Fdownload%3D1&ei=i2e_VJmaBMS8UYGzgtgO&usg=AFQjCNHtwkby1jEW1_hK-f7lrCjghiwdcQ&bvm=bv.83829542,d.d24
- www.museocapellini.it
Bibliografia
- Romano M., Cifelli RL., and Vai GB. 2015. Natural history: first museologist's legacy. Nature, 517, 271. doi:10.1038/517271c.
- Vai GB. 2003. Aldrovandi’s Will: introducting the term ‘Geology’ in 1603. In: Vai GB, Cavazza W, editors. Four centuries of the word geology: Ulisse Aldrovandi 1603 in Bologna. Bologna: Minerva Edizioni. p. 65–110.
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