A Roma, sulla trafficata Via Laurentina, in prossimità del complesso
sportivo dell’Acqua Acetosa e del Luna Park, ormai abbandonato, sorge un luogo
di pace, isolato dal traffico e dal rumore, simbolo per la Cristianità.
Si tratta del complesso abbaziale delle Tre Fontane, che presenta i
caratteri di un monastero fortificato, come si vede già dal portale d'ingresso,
il cosiddetto Arco di Carlo Magno.
L’Abbazia delle Tre Fontane sorge in una piccola valle attraversata dal
tracciato dell’antica Via Laurentina; la zona veniva chiamata, in antichità,
“Acquae Salviae”. Si presume che il toponimo derivi dall’associazione
dell’abbondanza delle acque con il nome della famiglia proprietaria dei terreni
in tarda epoca latina.
La storia di questo luogo risale alla metà del VII secolo, quando è
attestata la presenza di un “abate Giorgio,
del monastero di Cilicia che sorge alle Acque Salvie della nostra città”.
Il nucleo originario del complesso, quindi, fu quello greco-armeno, a cui viene
attribuita la fondazione della chiesa che oggi si chiama Santa Maria Scala
Coeli.
Alla fine dell’XI secolo, col decadimento di importanza del monastero
armeno e lo sviluppo del potere dei Cluniacensi, l’abbazia e i possedimenti
passarono, per pochi decenni, a questi ultimi. In seguito, poi, l’intera area passò
dai Cluniacensi ai Cistercensi, che edificarono la Chiesa Abbaziale.
Dopo lunghi secoli e varie vicissitudini, nel 1808 l’Abbazia fu
soppressa dai francesi, che dispersero il patrimonio; solo libri e archivi
vennero trasferiti in Vaticano. La valle delle acquae salviae, abbandonata alla natura, si impaludò e l’area venne
infestata dalla malaria.
Nel 1867, 18° centenario del martirio dei Santi Pietro e Paolo, grazie
ad una donazione francese venne insediata nell’antica abbazia una comunità di
Trappisti che provvidero al restauro della basilica e alla bonifica dell’area. La
bonifica fu realizzata per mezzo di canalizzazioni, piantumazione di eucalipti
e l'interramento di uno stagno.
Cercando un filo logico che leghi questo luogo alla nostra disciplina,
non è l’aspetto storico-architettonico quello che suscita la nostra curiosità,
bensì l’origine della denominazione del luogo: le Tre Fontane.
Secondo la tradizione cristiana, il 29 giugno del 67 d.C. fu proprio
nella valle delle acquae salviae che
San Paolo di Tarso venne decapitato; la testa dell’”apostolo dei Gentili”, il principale
missionario del Vangelo di Gesù, cadendo a terra rimbalzò tre volte. In ciascun
punto scaturì una sorgente, distanziata pochi metri una dall’altra.
Queste sorgenti si trovano all’interno della suggestiva Chiesa di San
Paolo alle Tre Fontane, costruita nel V secolo sul luogo dove l'apostolo fu, secondo la leggenda, martirizzato e decapitato, come recita la grande lastra marmorea posta
sull'architrave della facciata: "S. Pauli Apostoli Martyrii Locus Ubi Tres
Fontes Mirabiliter Eruperunt”, ossia "Luogo del martirio di S.Paolo
Apostolo dove tre fonti sgorgarono miracolosamente".
Già Andrea Bacci nel 1571, nel suo trattato De Thermis (un libro sulle acque, la loro storia e le qualità
terapeutiche che venne accolto con entusiasmo dalla società scientifica
papalina e fu oggetto di molte ristampe), ricorda che quelle tre sorgenti erano
“crassae, fumosae et cum aliquali tepore”.
La prima polla ha la caratteristica di essere calda, la seconda
tiepida, la terza fredda. Sulle tre fontane, che a lungo conservarono le
differenti temperature delle acque, furono erette tre edicole in ricordo del
miracolo avvenuto. Le edicole sono a forma di nicchia con colonne di marmo nero
di Chio, sovrastate dallo stemma della famiglia Aldobrandini e da un catino a
conchiglia; su ognuna delle quali è scolpita la testa di S. Paolo. Per molto
tempo l'acqua fu distribuita ai fedeli perché ritenuta miracolosa per varie
malattie, ma nel 1950, a causa dell'inquinamento, il flusso venne chiuso.
Oggi è possibile ascoltare il fluire delle acque avvicinandosi alla base
delle edicole e, nel silenzio della Chiesa, pensare alla moltitudine di fedeli
che, nei secoli, hanno venerato questo luogo mistico e le tre polle d’acqua
sorgiva.
Per concludere questo racconto, prima di uscire dalla chiesa, è
necessario notare nell'angolo di destra, vicino alla prima edicola e protetta
da una cancellata, la colonna di marmo bianco alla quale la tradizione vuole
che S. Paolo sia stato legato per subire il martirio.
Forse degli accurati studi idrogeologici potrebbero spiegare in modo
scientifico l’origine di queste tre piccole sorgenti; la Chiesa sorge sui
depositi siltoso-sabbiosi e siltoso-argillosi delle piane alluvionali del Fiume
Tevere, con alla base livelli ghiaioso-sabbiosi che possono ospitare una falda
in pressione (SFTba nel foglio 374 Roma della Carta geologica d’Italia in scala
1:50.000). Nell’area, questi depositi quaternari sono in contatto laterale con
l’unità medio pleistocenica della Formazione di Valle Giulia (VGI: ghiaie, sabbie e
limi, con travertini fitoclastici alla sommità), oltre che con i depositi
piroclastici costituiti dalle Pozzolane rosse (RED nella carta geologica), anch’esse
di età Pleistocene medio p.p.
Stralcio del foglio 374 Roma della Carta geologica geologica d'Italia in scala 1:50.000 |
Per saperne di più:
- Foglio geologico Roma, in scala 1:50.000. Servizio geologico d’Italia –ISPRA
- Funiciello R., Praturlon A., Giordano G. (eds.) (2008) - La geologia di Roma: dal centro storico alla periferia. Memorie descrittive della Carta geologica d’Italia, vol. LXXX.
- Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane
- Andrea Bacci
- http://www.romeartlover.it/Vasi43.htm
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.