Luoghi della memoria e memoria nei luoghi
Prospetto dell’antica Città di Edimburgo vista da Nord |
di Alessio Argentieri
Abbiamo già avuto occasione, parlando di Roma e dei suoi
luoghi della geologia, di analizzarne l’odonomastica come indicatore della
capacità di una comunità di onorare e ricordare i propri concittadini e
connazionali illustri (link). A conclusione di quel percorso
constatammo con rammarico come la Città Eterna abbia oggi perso, non
giustificata dalla sua età veneranda, quella memoria. Sito simbolico, il
mancato Museo Geologico di Santa Susanna, che vi invitiamo nuovamente a votare
come “Luogo del cuore” del FAI (link).
Il confronto con altre realtà, soprattutto del mondo
anglosassone, può servire come stimolo a seguirne il buon esempio. Il migliore
di tutti, a nostro avviso, lo si trova nella città di Edimburgo, che come Roma
ha rappresentato un laboratorio naturale per la nascita e lo sviluppo della
geologia delle aree urbane.
Geologia e geologi
nel paesaggio scozzese
Lo sviluppo edilizio ed urbanistico della capitale scozzese
è stato significativamente condizionato dal suo assetto geologico. Lo sperone
su cui sorge l’Edinburgh Castle è
costituito da un neck vulcanico (Castle Rock), così come l’imponente edificio dell’Arthur Seat che domina da Est tutta
la regione dei Lothians. Durante i periodi glaciali rilievi l’azione erosiva
delle masse di ghiaccio ha modellato il paesaggio, smantellando le sequenze
sedimentarie carbonifere (Coal Measures),
preservando una stretta dorsale nel “cono d’ombra” a tergo del neck vulcanico
rispetto al movimento dei ghiacciai da Ovest verso Est. Lungo questa cresta,
dalla morfologia detta “crag-and-tail”,
si è sviluppato il Royal Mile,
arteria principale della Auld Reekie,
la Vecchia Città Sporca, che dal Castello scende dolcemente verso la residenza
Reale di Holyrood Palace.
Questo scenario attirò, nella seconda metà del Settecento,
l’attenzione di James Hutton, nato ad Edimburgo nel 1726, di professione
medico.
John MacCulloch, A Geological Map of Scotland by Dr MacCulloch (London, 1840). Stralcio della zona del Firth of Fort, sulla cui sponda meridionale sorge Edinburgh. |
La Scozia ha avuto gioco facile nel generare molti maestri
della geologia moderna, favorita com’è dal suo meraviglioso paesaggio naturale
che espone terreni antichissimi, dalle Northern Highlands attraverso i Grampian
Mountains sino alle Lowlands, in una macrosezione geologica dell’orogene
caledonico. Come molti “prodotti” nazionali scozzesi di cui gli inglesi si sono
appropriati, anche Sir Charles Lyell era nato qui, nel Berwickshire. E scozzesi
erano Sir Roderick Murchison e la pioniera dell’emancipazione femminile Maria
Ogilvie Gordon, originaria dell’Aberdeenshire, di cui abbiamo già avuto
occasione di parlarvi come “Dama delle Dolomiti” (link). Ma il
capostipite di tutti è James Hutton, riconosciuto Padre della geologia moderna.
Macrosezione geologica della Scozia nel piazzale antistante il museo interattivo “Our Dynamic Earth” ad Edimburgo |
James Hutton e l’Illuminismo Scozzese
Nel Secolo dei Lumi un contesto storico peculiare favorisce
una fase di grande fervore intellettuale che fa assurgere Edimburgo a capitale
culturale d’Europa: è lo Scottish
Enlightment, l’Illuminismo Scozzese, epoca aurea che vede James Hutton tra
i suoi protagonisti. Ognuno attivo in una diversa disciplina, studiosi,
pensatori, scienziati animano un ambiente irripetibile, favorito da un raro
lungo periodo di pace tra le infinite guerre che hanno infiammato per secoli le
isole britanniche.
Dopo la morte dell’Imperatore Carlo VI nel 1740, lo scenario
europeo fu movimentato delle tensioni fra Inghilterra protestante e Francia
cattolica. In Scozia prese corpo un’insurrezione giacobita attorno alla figura
di Bonnie Prince Charlie (Charles
Edward Stuart, nato a Roma nel 1720, figlio di James III e nipote di James II,
ultimo Re della Casata. Nel 1745 “the
Young Pretender” giunse in Scozia per tentare di riconquistare il trono per
suo padre (il Vecchio Pretendente), riuscendo a mobilitare i clan delle
Highlands. Dopo le vittorie iniziali e la conquista di Edimburgo, gli insorti
invasero l’Inghilterra intenzionati a marciare su Londra per deporre il
sovrano; costretti a ripiegare in Scozia, vennero sconfitti nel 1746 a Culloden
Moor, nelle Highlands, dall’esercito inglese guidato dal Duca di Cumberland. La
rivolta fu repressa ferocemente: Bonnie
Prince Charlie, eroico e romantico perdente, dovette cercare riparo in
Francia (e poi a Roma, dove morì solitario e alcolizzato nel 1788), la Scozia
sconfitta fu umiliata da severe misure punitive e repressive (agli Highlanders
sconfitti fu perfino proibito l’uso di kilt e tartan).
Bonnie Prince Charlie |
Come spesso è accaduto nella Storia, un evento infausto
portò conseguenze benefiche: nonostante l’orgoglio nazionale ferito, Edimburgo
per molti anni fu un ambiente quieto e favorevole allo sviluppo delle
discipline umanistiche e scientifiche, tanto da venir definita “l’Atene del
Nord”.
James Black per la chimica, James Watt nella fisica, Walter
Scott nella letteratura, David Hume per la filosofia, per citarne alcuni,
furono tra i protagonisti dell’Illuminismo Scozzese. Di questo consesso di
geniali contemporanei faceva parte a pieno titolo James Hutton, con i suoi
discepoli James Hall e John Playfair; in quell’epoca d’oro egli impostò le
discipline geologiche che prima Lyell e poi Darwin avrebbero contribuito a
sviluppare. Nella stessa epoca di Hutton, in Italia operava un’altro talento,
purtroppo meno riconosciuto universalmente, Giovan Battista Brocchi, ma questa
è un’altra storia...
La memoria di queste vicende è orgogliosamente custodita dal
popolo scozzese, che nel ricordo di moltissime sconfitte e rare ma memorabili
vittorie, affronta oggi 18 Settembre 2014 l’atteso referendum sull’indipendenza.
Il voto cade- non a caso- nell’anno del settecentesimo e
molto celebrato anniversario della battaglia di Bannockburn, vinta nel 1314
dagli scozzesi guidati da Robert the Bruce. Dopo di allora, dagli inglesi molte
e ripetute mazzate, solo parzialmente compensate in epoca moderna da sporadiche
vittorie rugbystiche nel Torneo delle Cinque e Sei Nazioni.
Nell’attesa di sapere se prevarrà l’orgoglio nazionalistico
o il buonsenso della convenienza nel motto “Better
together”, analizziamo un aspetto dello Scottish
Pride facendo un particolare pellegrinaggio geologico nella città di
Edimburgo, che in più luoghi onora la memoria del suo illustre figlio James
Hutton.
(to be continued…)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.