di Carmelo Monaco
Orazio Silvestri (Firenze, 1835- Catania, 1890), docente dell'Università di Catania, è stato un innovatore nel campo degli studi di vulcanologia in Italia; nella sua vita e nella sua carriera di scienziato, da Firenze a Catania, passando da Napoli e Torino, si è dedicato essenzialmente allo studio dei fenomeni eruttivi dell'Etna.
Sabato 14 Dicembre 2013 è stato presentato a
Catania, presso la Biblioteca Regionale Universitaria, l’opera “Le eruzioni dell'Etna nell'opera di Orazio
Silvestri (1835-1890). Il disegno come strumento per l'osservazione
scientifica” (Edizioni Caracol, Palermo, 2013). L’idea di realizzare un
volume sul grande vulcanologo dell’800 Orazio Silvestri nasce dall’incontro tra
una discendente del ramo siciliano della famiglia, l’Architetto Tiziana Abate,
un vulcanologo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Dottor.
Stefano Branca, e un docente di geologia dell’Università di Catania, il Professor
Carmelo Monaco, tutti accomunati da una grande passione per il nostro vulcano e
per la rappresentazione storica dei fenomeni naturali. Il libro trae spunto
dalle pazienti ricerche condotte nel corso di diversi anni per la stesura della
tesi di dottorato della Dott.ssa Abate e descrive la vita e la carriera dello
scienziato, raccontando la nascita a Catania degli studi di vulcanologia, cioè
di una disciplina che, nella seconda metà dell’Ottocento, arricchì gli
orizzonti culturali di un ateneo catanese in gran parte ancora caratterizzato
dall’attaccamento alla tradizione. Fondamentale è stato poi l’apporto
multidisciplinare delle competenze vulcanologiche del Dott. Branca e geologico-strutturali
del Prof. Monaco, che hanno consentito di inquadrare la ricerca nel contesto
scientifico-naturalistico dell’epoca.
Grazie ai numerosi documenti inediti presentati nel
libro gli autori hanno tentato di ricostruire in particolare il ruolo del
disegno nell’attività scientifica di Orazio Silvestri quale procedimento
privilegiato per lo studio del territorio etneo e, soprattutto, per la documentazione
dei fenomeni connessi alle sue modificazioni sotto l’azione dei processi
vulcanici. L’opera di Silvestri dimostra, infatti, che, proprio nel momento in
cui la fotografia tenta di sostituire il disegno inteso come documento,
maggiore è l’interesse per la rappresentazione grafica quale strumento
esplorativo. In particolare, il contributo di Tiziana Abate, oggi ricercatrice
presso l’École Pratique des Hautes Études (Sorbonne, Parigi), sulla figura
dello scienziato Orazio Silvestri delinea i tratti umani salienti, in una
sintetica biografia che prende le mosse da Firenze e individua nell’uso
sapiente della rappresentazione iconografica lo strumento principale e più
innovativo col quale il Silvestri descrive, analizza e comunica i fenomeni
della vulcanologia e la struttura chimico-fisica dei materiali vulcanici. Il
testo di Stefano Branca ci fornisce invece un quadro completo dell’attività
eruttiva dell’Etna nella seconda metà del XIX secolo, grazie alla puntuale
descrizione dei fenomeni fatta da Orazio Silvestri, al quale va ascritto anche
il merito di avere per primo dato ad essi, con criteri scientifici, una
collocazione temporale e territoriale ed una descrizione morfologica, nella
misura in cui gli strumenti in uso a quell’epoca consentivano. Infatti, proprio
durante il XIX secolo la rappresentazione dei fenomeni eruttivi inizia ad
essere sistematicamente realizzata non più come semplice opera pittorica, bensì
attraverso il rilievo topografico. Allo stesso modo il contributo di Carmelo Monaco sul terremoto di Bongiardo (Santa
Venerina) del 17 giugno 1879, oltre a fornire una ricostruzione cronologica di
tutte le informazioni pubblicate dal Silvestri sui fenomeni che hanno
accompagnato l’evento sismico, opera un confronto tra quel terremoto e
l’attività recente nell’area, sconvolta il 29 ottobre del 2002 da un analogo disastro
naturale.
Questo libro ha il grande pregio di valorizzare il
lavoro svolto da Orazio Silvestri durante la sua carriera scientifica, che fu
traumaticamente interrotta dall’improvvisa morte avvenuta all’età di soli 55
anni, grazie al recupero di numerose opere, di cui alcune inedite, riguardanti
le eruzioni dell’Etna della seconda metà del XIX secolo. Alcuni disegni, in
particolare, costituiscono documenti di elevata bellezza artistica e di
notevole importanza scientifica anche per i ricercatori di oggi. Il supporto a
questo lavoro di recupero della memoria storica e scientifica di un illustre
vulcanologo italiano, che durante la sua attività aveva sempre sostenuto e
proposto la nascita di un osservatorio vulcanologico all’Etna, vuole
rappresentare il forte legame di continuità con il suo progetto scientifico,
nato presso l'Università di Catania e poi sviluppato dall’Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia.
Le illustrazioni del libro rappresentano dei
documenti di rara bellezza, in cui l'arte si fonde con la scienza per
descrivere mirabilmente, lungo la seconda metà dell'Ottocento, la storia
eruttiva dell'Etna, il vulcano che l'Unesco ha recentemente inserito nel
patrimonio mondiale dell'umanità, definendolo come uno dei “più emblematici e
attivi del mondo”.
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