Risalgono al 1796 sia il volume che l’atlante Ittiolitologia
Veronese del Museo Bozziano ora annesso a quello del Conte Giovambattista
Gazola e di Altri Gabinetti fossili veronesi di Giovanni Serafino Volta,
opere di rarità assoluta, conservate presso la Biblioteca ISPRA; i due volumi rappresentano,
in ambito bibliologico, dei capolavori editoriali della stamperia Giuliari di
Verona.
Lo scritto più antico del 1554 sui pesci-fossili di Bolca è una dissertazione contenuta nei Commentarii del medico senese Pietro Andrea Mattioli (1501-1578) nella quale l’autore descrive «alcune lastre di pietra portate dal veronese in cui (sfendendosi in mezzo) si trovavano scolpite diverse specie di pesci con ogni lor particola conversa in sasso». Nel settecento ne disquisirono Johann Jacob Scheuchzer (1672-1733) nel celebre Herbarium diluvianum collectum e il grande naturalista veneziano Alberto Fortis (1741-1803) in alcune lettere pubblicate dal conte Giambattista Gazola di Verona (1757-1834). Quest'ultimo era proprietario della grande collezione di fossili su cui il Volta (1764-1842,) direttore del Museo Bozziano, basò la sua Ittiolitologia Veronese. Quest’opera fu la prima, nonché unica, edizione del XVIII secolo che disserta, in latino con testo a fronte in italiano, sui pesci fossili di Bolca raffigurati in splendide tavole incise in rame.
Il volume comprende anche, come frontespizio dell’atlante,
una pregevole carta topografica del territorio veronese, ma l’unicità del testo
risiede nelle 76 tavole di misura variabile la maggior parte delle quali ripiegate
più volte a partire dalla dimensione in folio max (550x392 mm) in cui sono
descritte scientificamente per la prima volta le 123 specie fossili conservati
al Museo Bozziano. Le tavole, disegnate ed incise da Gaetano Zancon, Giuseppe
Buffetti, Angelo Guelmi, Giovanni Battista Grù, Leonardo Manzati e Giuseppe
Dall'Acqua, sono di una straordinaria bellezza dovuta, perlopiù, alla
precisione tecnica dell’incisione in rame. Alcune di queste tavole sono di
dimensioni davvero eccezionali poiché riproducono i fossili nelle loro
dimensioni reali, come nel caso del “Torpedo” (tav. 71) che misura ben 150 cm
di lunghezza. I fossili mirabilmente rappresentati e descritti in questa opera
hanno avuto un ruolo fondamentale nonché unico nella storia della scienza non
solo per quantità ma soprattutto per la qualità e per la loro strabiliante
conservazione. La “Pesciara” di Bolca si può tranquillamente considerare una
delle più importanti località fossilifere del mondo.
Questa famosa collezione contribuì alla fama del sito di
Bolca, però con risvolti negativi: nel 1797 Napoleone, dopo l'episodio delle Pasque
veronesi, ordinò di requisire la collezione del conte, che finì al Museum
National d'Histoire Naturelle di Parigi, dove si trova tuttora; il conte
Gazola, che possedeva parte dei giacimenti della "pessàra" (o cava della
lastrara), con una nuova campagna di scavi ricostituì la collezione che fu poi
venduta in blocco dagli eredi nel 1892 al Museo di Storia Naturale di Verona
creando quello che è oggi il nucleo centrale della sala di Bolca; lo stesso
arciduca Francesco Giuseppe d'Austria (sotto la cui giurisdizione si trovava
allora Bolca) era consapevole del grande valore scientifico di quel giacimento e,
in ambito storiografico, sono noti i suoi viaggi per sovrintendere direttamente
alle ricerche.
La rinomanza mondiale di questo sito è dovuta poi agli studi
sistematici e approfonditi sulla fauna svolti da grandi naturalisti, come ad
esempio Louis Agassiz, famoso paleontologo, che lesse l'elenco di Volta riconoscendo
90 specie di 69 generi diversi e stabilendo che le specie, per quanto
"moderne", fossero tutte estinte. Accanto ai nomi scientifici delle
diverse specie, quindi, sono stati affiancati i nomi comuni che i pescatori
usano per le specie viventi. Generazioni di cavatori si sono succedute, portando
a giusta fama la locale famiglia Cerato che ancora si occupa dello scavo della
Pesciara. Questo sito è completamente sfruttato fin dagli ultimi anni '80; al
suo interno è possibile osservare lo scavo giunto fino al punto di contatto con
l'intrusione lavica, dato che tutti gli strati contigui sono stati
completamente rimossi, compreso un "pesce angelo" (Eoplatax papilio) risultato
per metà compromesso dal calore della lava (oltre 1000 °C). Lo studio
sistematico dei fossili è proseguito fino ai giorni nostri, producendo
numerosissime pubblicazioni.
Quali fattori hanno portato alla morte dei pesci, oggi così
splendidamente preservati, e al contempo favorito la loro conservazione una
volta giunti al fondo? E' questo uno dei grandi misteri legati alla lagerstätte
della Pesciara di Bolca in attesa di una spiegazione certa che tenga conto
della presenza nell'associazione di resti di organismi terrestri come insetti e
foglie. La ricostruzione dell’ambiente di vita dei pesci di Bolca è più
difficile di quanto lascino supporre la forma e la varietà dei pesci stessi,
alcuni dei quali simili a quelli che attualmente vivono in climi tropicali a
volte associati a barriere coralline. Altre specie potrebbero invece indicare
acque limpide di clima subtropicale o mediterraneo e fondali poco profondi
popolati da fanerogame marine, come è per le praterie a Posidonia oceanica del
Mar Mediterraneo. L'insieme delle caratteristiche fa pensare così a un ambiente
più vicino a quello che si incontra nel Mediterraneo orientale che non alle
lagune di Tahiti!
Volume
descritto
Ittiolitologia veronese del museo Bozziano ora annesso a
quello del conte Giovambattista Gazola e di altri gabinetti di fossili veronesi
con la versione latina[Giovanni Serafino Volta] - Verona: dalla stamperia
Giuliari, 1796 (1809). - LII, CCCXXIII, [1] p., LXXVI c. di tav.: ill.; fol.
((Riferimento: BN, v. 213, col. 1272. - Il nome dell'autore si ricava dal
colophon a c. 4k1r = p. CCCXIII. - Segn.: [a]2 b-n2, 2[a]2 b-4m2. - Testo su
due colonne in latino e italiano a fronte. - Tavole disegnate e incise da:
Gaetano Zancon, Giuseppe Buffetti, Angelo Guelmi, Giovanni Battista Grù,
Leonardo Manzati e Giuseppe Dall'Acqua. - 76 tavv. in rame comprendenti 1 carta
topografica del territorio veronese, una veduta e tavole di pesci fossili.
Per approfondire
Alessandrello A. (1990). A revision of the Anellids from the
Eocene of Monte Bolca (Verona, Italy). Studi e ricerche sui giacimenti terziari di Bolca
6.
Agassiz
L. (1835). Revue critique des poissons fossiles figurés dans l'Ittiolitologia
Veronese. Recherches
sur les poissons fossiles 4: 1-44.
Bannikov
A., Carnevale G. (2010). Enigmatic spiny-rayed fish from the Eocene of Monte
Bolca, Italy. Geological
Journal DOI: 10.1002/gj.1255.
Blainville,
H. de (1818). Sur les ichthyolites ou les poissons fossiles. Nouveau
Dictionnaire d'Histoire Naturelle, appliquée aux arts, à l'economie rurale et
domestique, à la Medicine, etc. Deterville, Paris. 27:
310-395.
Gaudant J. (2011). La publication de l'Ittiologia Veronese
(1796-1809): le triomphe de l'obstination au service d'une entreprise scientifique
hors norme. Studi
e ricerche sui giacimenti terziari di Bolca 13: 67-133.
Gazola,
G. (1794). Lettere recentemente pubblicate sui pesci fossili veronesi, con
annotazioni inedite agli estratti delle medesime. Verona, Ramanzini, 187 pp.
Olivero
D. (2007). Taxonomy and the role of type specimens in ichnotaxonomy. In
Miller W.III (ed.) Trace fossils: concepts, problems, prospects,
Elsevier Science: 219-232.
Landini,
W., Sorbini, L. 1996. Ecological and trophic relationships of Eocene Monte
Bolca (Pesciara) fish fauna. In Cherchi A. (ed.), Autoecology of Selected
Fossil Organisms: Achievements and Problems, Bollettino della
Società Paleontologica Italiana, Volume Speciale 3: 105–112.
Papazzoni C.A., Trevisan E. (2006). Facies analysis, palaeoenvironmental reconstruction,
and biostratigraphy of the “Pesciara di Bolca” (Verona, northern Italy): An
early Eocene Fossil-Lagerstätte. Palaeogeography,
Palaeoclimatology, Palaeoecology 242: 21–35.
Nel Web
Museodi Geologia e Paleontologia dell'Università di Padova
come sempre la nostra dottoressa ci stupisce con articoli ben scritti e "simpatici " da leggere
RispondiElimina