mercoledì 23 ottobre 2013

1955: un paese in pericolo. Il crollo dell'antico paese di Naso, presso Capo d'Orlando.

di Marco Pantaloni

Settimana INCOM è il nome di un cinegiornale settimanale, prodotto dalla INdustria COrtometraggi Milano (INCOM) fino al 1965, anno in cui cessa la produzione. Il cinegiornale INCOM veniva trasmesso nelle sale prima delle proiezioni cinematografiche. Negli anni del dopoguerra il cinegiornale costituiva uno dei principali veicoli di informazione, anticipando di alcuni anni il telegiornale dei tempi moderni.

Nell'archivio storico dell’Istituto Luce abbiamo rinvenuto uno spezzone del cinegiornale Settimana INCOM, il numero 1223 del 17 marzo 1955, che racconta gli effetti di una grande frana, di circa 300.000 mc, che colpì una parte dell’antica cittadina di Naso, in provincia di Messina. Le immagini, in un allora d’avanguardia cinemascope, riportano le drammatiche scene di persone che sgomberano in fretta le case minacciate, addirittura gettando le masserizie dalle finestre.


Riportiamo le frasi più significative:
Terrazzi e balconi che si affacciavano su un colle ubertoso, ora strapiombano a picco. 
Nessuna vittima, per fortuna, ma 80 famiglie devono cercare di salvare almeno le masserizie. E intanto la frana continua a buttar giù materiale e sassi, a mangiare il ciglio del paese, a accelerare l’esodo degli abitanti, che temono giustamente di sentirsi mancare la terra sotto ai piedi. 
La calamità è dovuta ad infiltrazioni d’acqua, concludono i geologi subito accorsi.


La pregevole monografia di Vincenzo Catenacci, "Il dissesto geologico e geoambientale in Italia dal dopoguerra al 1990", pubblicata sulle Memorie descrittive della Carta geologica d’Italia, n. 47 del 1992 (disponibile al download sul sito ISPRA), relativamente a quell'evento riporta:

1955: Un vasto movimento franoso per crollo e “per frattura” interessa il comune di Naso in provincia di Messina, provocando il collasso di alcune case e di una stradetta nella parte settentrionale dell’abitato. L’accumulo di frana occupa un’area di circa 6 ha, con un volume stimato di circa 250 mila mc. La collina sulla quale insiste l’abitato era già stata interessata da franamenti negli anni 1919 e 1739 (Fonte: De Stefani, 1955).



Alla fine degli anni ’50 la frana è stata stabilizzata con un massiccio intervento, che oggi diremo “invasivo”. Nella parte alta è stata allestito un muro in cemento armato con contrafforti che poggia su poderose travi in acciaio inserite nella roccia. Sulla nicchia di frana, subverticale, è stata poi gettata una grande quantità di conglomerato cementizio che offre al paesaggio un aspetto piuttosto innaturale.


Per saperne di più:

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