di Marco Pantaloni
L’inesauribile archivio dell’Istituto Luce mette a disposizione filmati dell’immediato dopoguerra che, osservati con gli occhi di oggi, mettono in evidenza il carattere ottimista e fattivo di quel periodo storico.
In quel contesto storico e culturale, la geologia rivestiva un ruolo predominante nelle ricerche e nello sviluppo economico; alla nostra disciplina venivano assegnate prerogative che venivano, degnamente, narrate e divulgate all'opinione pubblica.
Lo dimostra questo filmato che, già nel 1955, racconta delle ricerche che la Fondazione Lerici compiva nello stretto di Messina per identificare i caratteri geologici al fine di posizionare i piloni del ponte che avrebbe, di lì a poco, collegato Scilla e Cariddi.
Il filmato è tratto da “La settimana Incom 01316” del 28 ottobre 1955 dal titolo “Tra Scilla e Cariddi”; interessante l’introduzione: “Se ne parla da molto tempo del ponte che, unendo Calabria e Sicilia, dovrebbe segnare la scomparsa dei ferry boats”.
Nel filmato si vedono le modalità delle operazioni geofisiche descritte con terminologia sufficientemente corretta.
Altrettanto piacevole e, come di consueto positivista, è il finale del filmato che, mostrando un modello in scala del ponte realizzato a Messina conclude: “Tra qualche anno da Scilla a Cariddi ci andremo in bicicletta”.
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