giovedì 25 luglio 2013

Attilio Moretti: il cantore della Pietra

di Anna Rosa Scalise
Ritratto di Attilio Moretti,
realizzato da Sergio Pascolini

Attilio Moretti nasce il 26 febbraio del 1910 a Carrara, dove suo padre Ettore, originario di Taibòn in Val d’Agordo, presta servizio come perito, con dedizione e impegno assoluti, presso il locale Distretto Minerario.
A Carrara, dove frequenta le scuole elementari, sono legati i ricordi e le amicizie della sua fanciullezza. Gli studi medi ed universitari vengono svolti a Padova, dove si laurea nel 1933 in ingegneria industriale meccanica, con una tesi riguardante il progetto di una segheria e di un laboratorio per la lavorazione dei marmi; nello stesso anno consegue, presso il Politecnico di Milano, l’abilitazione all'esercizio della professione di ingegnere.
Nel 1935 vince un concorso bandito per due allievi geologi, uno dei quali laureato in ingegneria, presso il Regio Ufficio Geologico. Viene assunto ed è subito impegnato nel rilevamento della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000, spaziando dall'Umbria (Foglio Gubbio) alla Sardegna (Foglio Sassari), area quest’ultima nella quale le conoscenze geologiche non avevano, praticamente compiuto alcun progresso rispetto all'opera di Lamarmora, risalente alla metà del 1880.

Gli indirizzi di politica economica di quegli anni portano il R. Ufficio geologico ad occuparsi anche della geologia applicata alla ricerca mineraria. Attilio Moretti, per la sua specifica preparazione di base, si impegna in indagini sia sui combustibili fossili della Toscana e dell’Umbria (antico Lago tiberino e Conca di Gubbio) che sui piccoli giacimenti di minerali cupriferi della Val d’Aosta e della Val Strona.
Questa mole di lavoro, pur se assai gravosa, non gli impedisce di seguire gli studi di Scienze geologiche presso l’Università di Roma e di conseguire, nel 1940, la Laurea con il massimo dei voti.
Lo stato di guerra determina la sospensione delle attività di rilevamento della Carta Geologica d’Italia. Le ricerche minerarie divengono attività esclusiva e si svolgono soprattutto all’estero, nei paesi occupati militarmente.
Sono di questo periodo, che va dal 1940 al 1943, le attività dovute all’incarico di Direzione dell’Ispettorato minerario della Dalmazia e le missioni in Albania (per lo studio delle risorse lignitifere dell’area di Scutari, della Mirdizia, del bacino del Mati) e della zona di Tepeleni, in Slovenia ed in Dalmazia (a Livno) e soprattutto a tali attività vanno anche aggiunte, a partire dal 1942, l’assistenza volontaria presso la cattedra di Geologia Applicata della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma. 
L’abilitazione alla libera docenza della geologia applicata ottenuta, per concorso nazionale, nel 1943, corona l’intensa attività tecnico-scientifica di quegli anni, che si era concretizzata anche in un buon numero di lavori originali.
Il periodo postbellico, soprattutto dal 1950 in poi, segna la ripresa, da parte del Servizio Geologico d’Italia, delle attività di rilevamento in Sardegna. A queste attività Attilio Moretti contribuisce, sia come Direttore di rilevamento che come operatore, al completamento del Foglio 180-Sassari ed all’analisi ed alla cartografia delle unità litostratigrafiche presenti in sette Fogli: 166-Asinara, 167/168-Isola Rossa/La Maddalena, 169-Caprera, 179-Porto Torres, 182-Olbia, 192-Alghero e 193-Bonorva.

Foglio geologico 166-Isola Asinara, del 1955,
rilevato da Attilio Moretti (sito ISPRA)
Nello stesso periodo, collabora con il Comitato Glaciologico Italiano per lo studio dei ghiacciai del Gran Paradiso, e intraprende l’attività didattica con l’incarico, a partire dall'anno accademico 1953/54, per l’insegnamento della Geologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Camerino che si protrae sino all'a.a. 1970/71, in parallelo con la direzione dell’Istituto di Mineralogia e Geologia e con la docenza anche di altre discipline: la Mineralogia dall'a.a. 1953/54 all'a.a. 1967/68 e la Geografia nell'a.a. 1962/63.
Al periodo camerte di Attilio Moretti sono legate anche altre iniziative quali quelle di dare un determinante impulso allo studio delle successioni carbonatiche mesozoiche in chiave moderna e di concorrere alla creazione di un periodico scientifico del livello e del prestigio degli “Studi Geologici Camerti”.
Non mancano incarichi di ricerca ed applicativi di grande rilevanza: basta ricordare lo studio del carsismo e dell’idrologia sotterranea del Gruppo del Gran Sasso d’Italia per conto del CNR.
Gli anni ’60, che corrispondono ai lavori per il completamento e l’aggiornamento della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000, in virtù di un finanziamento straordinario di 2500 milioni di Lire, legato alla legge Sullo (dal nome del parlamentare proponente), segnano un periodo di grandissimo impegno e di straordinaria rilevanza.
Tra il 1961 e la primavera del 1966 Attilio Moretti, oltre ad occuparsi attivamente degli studi inerenti ai lavori della Carta Geologica come operatore e/o direttore di rilevamento, è anche il responsabile della Divisione di Geologia Applicata.
L’attività di rilevatore si svolge nei Fogli 124-Macerata, 187-Melfi, 197-Amalfi e 254-Termini Imerese e, di Direttore delle ricerche, nelle aree dei Fogli 123-Assisi e 131-Foligno.
Nella veste di Responsabile della Divisione di Geologia Applicata, Attilio Moretti, oltre a coordinare centinaia di interventi nel campo della geologia tecnica ed effettuarne molti in prima persona, si occupa personalmente della grande frana del Vajont, dei movimenti franosi relativi agli abitati di Agrigento, di Gairo ed Osini, del Monte S. Martino nei pressi di Lecco, dei fenomeni di subsidenza della pianura ravennate, dei terremoti del Belice e di Ancona, dei fenomeni alluvionali della pianura padana e della Toscana, del bacino idrotermale euganeo; delle grandi dighe alpine del Moncenisio, di Beauregard e di Place Moulin e di dighe relative ad aree dell’Appennino pugliese, quali quelle di Occhito e Marrana Capaciotti, oltre che di ricerche sulla sorgente delle Capore in Sabina, finalizzate all’incremento delle disponibilità idriche della città di Roma.
Inoltre intraprende studi relativi alle condizioni idrogeologiche dell’Appennino marchigiano e in particolare si occupa delle acque minerali presenti nei territori dei comuni di Tolentino e Camerino, e dell’accertamento delle possibilità di utilizzo del patrimonio minerario italiano, con particolare riguardo ai combustibili fossili ed ai marmi.
Nella primavera del 1966 è nominato Direttore del Servizio Geologico d’Italia, succedendo ad Enzo Beneo, dal quale eredita anche il gravoso compito di portare a termine i lavori relativi al completamento ed all'aggiornamento della Carta Geologica d’Italia al 100.000, ciò significava non tanto e non solo sovraintendere al rilevamento di 140 Fogli, ma soprattutto occuparsi del coordinamento, e di risolvere tutte le problematiche connesse alla stampa di tali Fogli.
Da ricordare inoltre la collaborazione, ai lavori della Commissione per la Carta Geologica del mondo, della sottocommissione per la Carta metallogenica d’Europa, del Comitato Geologico, del Consiglio Superiore delle Miniere, del Comitato Tecnico per gli Idrocarburi, del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, della Commissione Geodetica Italiana, del Comitato Glaciologico Italiano, della Commissione Interministeriale per la Difesa Del Suolo, della Commissione Italiana per il decennio Idrologico internazionale, della Commissione italiana del Comitato per le grandi dighe e di più di una delle commissioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Da non dimenticare, inoltre, la partecipazione alla preparazione dei contributi italiani ai simposi sulle acque termominerali, sui giacimenti di caolino, nell'ambito del Congresso Geologico Internazionale di Praga del 1968, ed a quello di Dubrovnik sull'idrologia delle rocce fessurate.

La medaglia commemorativa del
XXIII Congresso Internazionale di Geologia di Praga del 1968

Conclusa, nel 1971, questa grande e significativa fase di attività del Servizio Geologico e personale, Attilio Moretti è tra i promotori degli studi di base per la preparazione delle norme generali, scientifiche e tecniche, per il rilevamento della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000. Tale carta risulta essere innovativa anche perché prevede l’arricchimento e il completamento dei Fogli con nuovi tematismi (idrogeologia, stabilità dei versanti, geofisica, ecc).
Un primo saggio, ovviamente sperimentale, di tale cartografia fu presentato al Congresso Geologico Internazionale di Montreal, nel 1972, conseguendo grandi consensi.
E’ di quegli anni anche l’incarico di collaborare alla preparazione della Conferenza delle regioni minerarie di Firenze e di presiedere la Commissione per organizzare la Conferenza Nazionale Mineraria di Cagliari del 1973.
E’ nel 1973 che Attilio Moretti presenta le dimissioni volontarie dal servizio attivo, ritenendo conclusa la sua lunga carriera presso il Servizio Geologico d’Italia.
L’attività didattica comunque continua, con l’insegnamento della Geologia Applicata presso la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università di Siena.
Vorrei citare però anche l’appassionata partecipazione ai lavori dell’Associazione Geoarcheologica Italiana, della quale è, a lungo, vicepresidente, e la costituzione a Potenza, a seguito di un’ intesa tra UNESCO e la Regione Basilicata, del Centro di geomorfologia integrata per l’area del mediterraneo, del quale Egli rimane a lungo Presidente del Comitato Scientifico.
A testimonianza di tale impegno e di tanta attività è sufficiente ricordare l’organizzazione del Convegno sulla sismicità dei paesi mediterranei (Matera, 1981) e l’aver promosso e diretto Ricerche geologiche e geomorfologiche relative ad un’ampia area tra i fiumi Ufita e Miscano.

E’ nell’ambito di questa ricerca che insieme a Laura Sacchi ho conosciuto il Prof. Moretti. Eravamo arrivate da poco al Servizio Geologico e lui insegnava Geologia Applicata all’Università di Siena. Era la classica figura di gentiluomo d’altri tempi, con uno stile ed una signorilità che spiccavano anche durante il lavoro di campagna.

 Ci piace ricordarlo così, durante le assolate giornate d’estate, in mezzo alle argille plioceniche, con il suo libretto di rilevamento, entusiasta di poterci essere di aiuto nel riconoscere le situazioni geologiche più pericolose, nello spiegare i meccanismi che producevano gli effetti franosi più insidiosi. 

Si capiva che la sua esperienza proveniva non solo da studi geologici ed ingegneristici, ma anche dalle innumerevoli attività svolte nell’ambito della sua professione.

Era piacevole rilevare con lui perché ci raccontava anche episodi avvenuti in periodi della sua vita così distanti dall’attuale mondo da risultare quasi avventurosi.

Sapeva descrivere le cose con garbo e sapeva essere molto spiritoso.
La sua passione per la geologia veniva trasmessa anche attraverso il suo entusiasmo nell’affrontare disagi e fatiche nonostante non fosse più nel fiore degli anni.
Gli piaceva molto rimanere aggiornato, leggere gli articoli più recenti e per questo veniva spesso al Servizio Geologico a consultare libri, riviste e carte.
Per noi ha rappresentato un po’ una guida culturale nell'impostazione ed elaborazione del nostro primo lavoro di rilevamento effettuato al Servizio Geologico.
Terminato questo lavoro siamo rimaste in contatto con Lui, anche se purtroppo non è più capitato di poter lavorare insieme.
Siamo state fortunate a conoscere il Professore, a capire con quanto puntiglio scrivesse le sue relazioni, con quanta intelligenza proponesse le soluzioni ai problemi geologici incontrati; siamo state fortunate, perché ci ha concesso di godere un po’ della sua cultura e della sua straordinaria vitalità.”
Colpito da un male incurabile il 15 febbraio 1998 si spegne in Gubbio, dove riposa tra quei monti che lo avevano visto, giovanissimo ed appassionato ricercatore, svolgere i suoi primi studi di campagna.
Il 15 marzo 2008, a dieci anni della sua scomparsa, la figura umana, scientifica, di uomo delle istituzioni e di docente di Attilio Moretti, venne ricordata presso il Centro Santo Spirito del Comune di Gubbio, come “Il cantore della Pietra”.



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