LUOGHI DELLA MEMORIA E MEMORIA DEI LUOGHI
di Alessio Argentieri
Un indicatore della capacità che una comunità ha di onorare la memoria dei propri concittadini e connazionali illustri è sicuramente individuabile nell’odonomastica di una città.
Roma, dopo l’unità d’Italia, ha scelto in diverse fasi storiche di tributare un riconoscimento alle geoscienze italiane e al ruolo che i suoi protagonisti hanno svolto per la costruzione dell’identità nazionale. Passiamo in rassegna i luoghi della memoria e la memoria conservata nei luoghi.
1- Le zone residenziali degli anni '20: Pinciano e Parioli
Agli inizi del XX secolo, durante l’amministrazione del sindaco Ernesto Nathan, venne adottato il piano regolatore e di ampliamento della città oltre le mura aureliane, realizzato da Edmondo Sanjust di Teulada (testo e pianta topografica alla scala 1:5.000 pubblicati rispettivamente nel 1908 e nel 1909). Dopo decenni di interventi di trasformazione del territorio non guidati da logiche di interesse pubblico, ma asservite alle esigenze speculative di un oligopolio di costruttori e di antiche famiglie della nobiltà romana, finalmente si giungeva a programmare e realizzare una crescita urbana ordinata e razionale della moderna capitale del Regno. Gli interventi da attuare erano distinti in: fabbricati; villini; giardini e ville; passeggiata archeologica; demolizioni. Fuori le mura erano previsti villini nell’area dei Parioli, nel quartiere Trieste, nella zona del futuro “quartiere africano”, nei dintorni di Villa Torlonia, all’Aventino, a San Saba e alle pendici di Monteverde.
Un indicatore della capacità che una comunità ha di onorare la memoria dei propri concittadini e connazionali illustri è sicuramente individuabile nell’odonomastica di una città.
Roma, dopo l’unità d’Italia, ha scelto in diverse fasi storiche di tributare un riconoscimento alle geoscienze italiane e al ruolo che i suoi protagonisti hanno svolto per la costruzione dell’identità nazionale. Passiamo in rassegna i luoghi della memoria e la memoria conservata nei luoghi.
1- Le zone residenziali degli anni '20: Pinciano e Parioli
Ernesto Nathan (Londra 1848- Roma 1921), esponente della sinistra storica radicale, mazziniano, laico, massone e anticlericale, fu sindaco della Capitale dal 1907 al 1913. |
Agli inizi del XX secolo, durante l’amministrazione del sindaco Ernesto Nathan, venne adottato il piano regolatore e di ampliamento della città oltre le mura aureliane, realizzato da Edmondo Sanjust di Teulada (testo e pianta topografica alla scala 1:5.000 pubblicati rispettivamente nel 1908 e nel 1909). Dopo decenni di interventi di trasformazione del territorio non guidati da logiche di interesse pubblico, ma asservite alle esigenze speculative di un oligopolio di costruttori e di antiche famiglie della nobiltà romana, finalmente si giungeva a programmare e realizzare una crescita urbana ordinata e razionale della moderna capitale del Regno. Gli interventi da attuare erano distinti in: fabbricati; villini; giardini e ville; passeggiata archeologica; demolizioni. Fuori le mura erano previsti villini nell’area dei Parioli, nel quartiere Trieste, nella zona del futuro “quartiere africano”, nei dintorni di Villa Torlonia, all’Aventino, a San Saba e alle pendici di Monteverde.
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