Don Carlo Rusconi. Monumento sepolcrale all’interno della chiesa di S. Giovanni, a Montecelio (Roma) |
Sacerdote, geologo e paleontologo autodidatta, Carlo Rusconi raccolse grandi quantità di fossili nei calcari mesozoici dei colli cornicolani,
nelle rocce vulcaniche, nei travertini e negli altri depositi quaternari
osservabili alle loro pendici.
Iniziò a occuparsi di
geologia raccogliendo fossili di ammoniti nelle rocce del suo paese, il cui studio
gli permise di stabilire, per primo, che i Monti Cornicolani sono costituiti da
rocce giurassiche.
Fu anche il primo a scoprire insediamenti preistorici nella
zona in cui viveva come ad es., nel 1859, quello ancora oggi piuttosto
famoso, delle Caprine di Guidonia, i cui reperti sono osservabili presso il
Museo Preistorico del Territorio Tiberino-Cornicolano di Sant’Angelo Romano (il
secondo centro abitato cornicolano).
Frontespizio del più importante lavoro di Don Carlo Rusconi |
Nel 1865 pubblicò, sul “Bullettino Universale della Corrispondenza Scientifica di Roma per l'avanzamento delle Scienze” (n° 19-20, vol. VII, pagg. 3-37), il suo più importante lavoro, su “L’origine atmosferica dei tufi vulcanici della Campagna Romana”. In questa pubblicazione, grazie al rinvenimento di fossili di foglie e di animali terrestri nei tufi affioranti presso Montecelio e a tutta una serie di interessanti osservazioni tafonomiche e giaciturali sui tufi della Campagna Romana, confutò definitivamente l’ipotesi dell’origine sottomarina di queste rocce vulcaniche.
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