Il Masso di Gastaldi, oggi; ben visibile la lapide collocata nel 1884 dal Club Alpino Italiano. Sulla sommità la cappelletta dedicata a San Michele. |
di Marco Pantaloni
A Pianezza, in provincia di Torino, si trova uno dei primi e più significativi siti di interesse geologico in Italia; si tratta della Pera Mòra (Pietra Scura), o Roc di Pianezza o, come è giusto venga ricordato, Masso di Gastaldi.
A Pianezza, in provincia di Torino, si trova uno dei primi e più significativi siti di interesse geologico in Italia; si tratta della Pera Mòra (Pietra Scura), o Roc di Pianezza o, come è giusto venga ricordato, Masso di Gastaldi.
L’origine del corpo roccioso fu definita, intorno al 1850,
da Bartolomeo Gastaldi: “tipico masso erratico di eufodite diorita”. A Gastaldi
si deve l’onore di aver diffuso la teoria “glacialista” avendo verificato la
diversa composizione litologica dei massi erratici rispetto al contesto nei
quali si trovano, e correlandoli invece con gli affioramenti tipici degli
ambienti alpini, ed attribuendo quindi la loro posizione alla forza di
trascinamento esercitata dai ghiacciai che, scendendo dalle cime alpine,
coprirono la Valle di Susa fino alla piana di Rivoli.
Il 21 dicembre 1884 il Club Alpino Italiano dedicò la Pera
Mòra di Pianezza a Bartolomeo Gastaldi, come celebra una lapide affissa sul
corpo roccioso.
Il 9 settembre 1907 il Masso di Gastaldi fu mèta
dell’escursione della Società Geologica Italiana, la cui storia ci viene ricordata
nel Bollettino della Società Geologica Italiana, vol. XXVI, 1907.
ESCURSIONE A PIANEZZA, CASELLETE ED AVIGLIANA (9 settembre
1907)
Relazione del dott. A. Broccati
Presero parte all’escursione i soci seguenti: Ambrosioni,
Artini, Bentivoglio, Bibolini, Caffi, Cerulli, Checchia, Clerici, Colomba,
Cortese, Crema, De Alessandri, Di Rovasenda, Di Stefano, Dervieux, De Pretto,
Di Franco, Falzoni, Fino, Forma, Gemmellaro, Gortani, Maddalena, Mariani,
Monetti, Negri, Niccoli, Prever, Portis, Parona, Roccati, Sacco, Tommasi,
Tonini, Vinassa, Zamara.
Facevano pure parte alla comitiva la sig.ra Cortese, le
dottoresse Giuseppina Osimo ed Irene Provale, le Sig.ne Teresita Parona, Fausta
e Giovanna Sacco, Virginia e Lucia Talucchi ed i Sig.ri ing. Segre, Giulio
Parona e Mario Sacco, non appartenenti alla Società.
Partiti da Torino alle 6 1/4 , i congressisti giunsero a Pianezza verso le ore 7, osservando già presso l’arrivo il potente limo giallastro che ammanta la morena antica di Pianezza […].
Si passò quindi alla visita dell’enorme masso erratico che giace nell’interno dell’abitato e che è conosciuto nella regione con il nome di Masso Gastaldi, in onore del grande geologo, fondatore della Glaciologia piemontese, che per primo mise in evidenza la natura erratica di questo masso roccioso.
La parola enorme applicata al Masso Gastaldi non è esagerata, quando si pensi che esso, costituito da eufotide, misura circa 30 metri nel suo diametro massimo e si innalza di 14 metri sul livello del suolo. La sommità è occupata da una modesta cappelletta, restaurata nel 1906 in occasione delle feste per il secondo centenario della liberazione di Torino dall’assedio dei Francesi di La Feuillade, ed a cui si accede per una scaletta in parte scavata nel masso.
Dall’alto di questo, grazie al bel tempo, i congressisti poterono ammirare oltre alle propaggini della catena alpina, il succedersi delle colline dell’anfiteatro morenico, sopra una delle quali, a sud, si innalza il castello di Rivoli.
Il prof. Sacco, innanzi alla lapide, che per iniziativa del Club Alpino Italiano, ricorda, incastrata nel masso, le benevolenze scientifiche dello illustre Geologo piemontese, rievocò la figura del dotto professore dell’Ateneo torinese, mandando alla sua memoria un riverente saluto a nome della Società Geologica Italiana. […]
L'ho visto oggi, è stato come toccare il tempo. Grazie prof. Gastaldi per averci donato il suo sapere.
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