martedì 12 agosto 2014

La laguna di Orbetello (GR)

di Marco Pantaloni
La laguna di Orbetello e il Monte Argentario


Il promontorio di Monte Argentario raggiunge i 635 m s.l.m. ed è unito alla costa toscana da due barre di sabbia (tomboli) che danno luogo alla laguna di Orbetello, la più importante laguna continentale lungo la costa tirrenica.
Una terza barra di sabbia mediana si diparte dalla costa, ma non raggiunge il promontorio di Monte Argentario; su di essa si sviluppa la città di Orbetello, proprio al centro della laguna.

La laguna di Orbetello ha una superficie di 27 kmq, è divisa in due bacini comunicanti, noti come bacino di Ponente e di Levante; hanno una profondità media di circa 1 m ed una profondità massima di 2 m. La comunicazione tra i due bacini è garantita dalle varie aperture nel ponte (Diga Leopoldiana) che collega Orbetello con il promontorio.

La barra sabbiosa di Orbetello e la Diga Leopoldiana
(foto mp)
Ciascun bacino comunica con il mare: il bacino di Ponente è collegato attraverso il canale artificiale Nassa, posto nella parte sud del tombolo nei pressi di S. Liberata, e dal canale Fibbia, a nord; il bacino di Levante è collegato al mare dal taglio artificiale Ansedonia. Di un quarto canale, il Pertuso nel bacino di Levante, venne pianificata l’esecuzione e iniziati i lavori di scavo, che però non furono mai completati.

La barra di sabbia a nord, il tombolo della Giannella, è considerato parte del delta del fiume Albegna; sviluppa una curvatura pronunciata che rende il suo orientamento circa meridiano. La sua larghezza diminuisce da circa 750 fino a 350 m procedendo dalla foce del fiume Albegna fino al promontorio di Monte Argentario.
La formazione del tombolo della Giannella è causata dell'azione delle correnti marine costiere dirette verso sud, che hanno ridistribuito i detriti solidi del fiume Albegna.
Il tombolo della Giannella
(foto mp)
Il tombolo della Feniglia, a sud, è più ampio di quello settentrionale; comincia appena a nord della capo Torre di S. Pancrazio e raggiunge il promontorio dell'Argentario, inizialmente con direzione EW e, dopo aver raggiunto la sua massima ampiezza (circa 1000 m), con direzione WSW collega il promontorio roccioso chiamato Pertuso.
La linea di riva del tombolo della Feniglia ha una maggiore curvatura nel suo lato convesso, che si affaccia sulla laguna, rispetto al lato concavo rivolto verso il mare. Il tombolo della Feniglia è formato da una serie di dune parallele, formate dalla sabbia accumulata nella direzione dei venti predominanti meridionali.

Il tombolo della Feniglia
(foto mp)
La posizione del Monte Argentario, che era un'isola di fronte alla costa toscana (fig. A), ha causato la diffrazione delle onde che, aggirando l'ostacolo, hanno rielaborato i sedimenti trasportati dal fiume Albegna dando origine alla barra di sabbia mediana (fig. B). La nascita di questa lingua sabbiosa contribuì alla formazione dei due tomboli laterali che, successivamente, impedirono lo sviluppo completo della barra di sabbia mediana (fig. C).

Fig. A

Fig. B

Fig. C

Fino alla fine del 1700, la Feniglia era completamente ricoperta da boschi, con una prevalenza di specie tipiche della flora mediterranea. Nel 1804 il comune di Orbetello, in quel periodo proprietario del terreno, ha proceduto con la vendita di Feniglia a privati che hanno iniziato lo sfruttamento intensivo a pascoli e legname. Questa tipologia di uso del territorio ha portato quindi alla rapida deforestazione: la scomparsa della vegetazione dunare portò infatti ad un rapido processo di erosione dovuti principalmente agli agenti esogeni e all'attività antropica.
Infatti, sotto l'influenza del libeccio, la sabbia delle dune cominciò a muoversi dal mare verso la laguna creando stagni e paludi e causando interramenti, condizioni favorevoli allo sviluppo della malaria. In quel periodo la laguna, grazie alla pesca, era una risorsa primaria per la città di Orbetello. Per risolvere il problema dell’interramento della laguna vennero avviate attività per la costruzione dei canali di collegamento tra la laguna e il mare. Nel 1910 il Comune ha avviato l'espropriazione e la Feniglia divenne Demanio Forestale, procedendo quindi al rimboschimento del territorio. Questi interventi hanno portato alla creazione di un bosco di circa 460 ettari. Nel 1971, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, ha dichiarato il Tombolo della Feniglia Riserva della Foresta sotto la protezione dello Stato.

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