Il patrimonio bibliografico e
cartografico della Biblioteca del Servizio Geologico ha origine negli anni
immediatamente successivi all’unità d’Italia. Il Regio Decreto n. 4113
del 15 dicembre 1867 prevedeva, infatti, l'istituzione di una
biblioteca della cui necessità il R. Comitato Geologico era perfettamente
consapevole avendo iniziato sin dai primi mesi “a formare una libreria speciale valutabilissima” arricchita da “una raccolta di carte che continuamente si
accresce”
Ciò
che rende quindi peculiare, prezioso e unico nel suo genere il patrimonio dalla
Biblioteca ISPRA sono le oltre 50.000 carte geologiche, topografiche e
geotematiche conservate e custodite nei suoi archivi cartografici che
appartenevano, originariamente, al Servizio geologico d’Italia.
La
copertura internazionale si estende a circa 170 Paesi e rappresenta, anche per
arco temporale - oltre 150 anni - un tesoro di inestimabile valore storico e
culturale. Le carte geologiche, costituite da oltre 21.000 esemplari,
rappresentano il segmento principale della raccolta.
Carta geologica della Bulgaria a scala 1:300.000,di Georges N. Zlatarski, in 20 fogli, 1907. |
Dalla
documentazione cartografica antica emerge con chiarezza il processo grazie al
quale la geologia è assurta a rango di disciplina autonoma nel settore delle
scienze naturali. Il valore di una carta geologica storica è intrinsecamente
legato alle figure del rilevatore e del cartografo. La conoscenza approfondita
della materia e le abilità artistiche di un cartografo facevano la differenza.
In
epoca contemporanea, lo sviluppo delle tecnologie di rilevamento e di
rappresentazione di una carta ha portato a diversificare le competenze moltiplicando
i contributi necessari alla sua realizzazione: se oggi, attraverso la
produzione di un elaborato cartografico è possibile risalire alla specifica
attività e alle competenze dell’intero Ente che lo ha prodotto, è quasi impossibile
individuare gli apporti dei singoli specialisti.
Analizzare, studiare, catalogare e digitalizzare la
cartografia geologica antica ha fornito l’occasione di studiare le fasi di
evoluzione dall’istituzione del Regio Servizio Geologico nel 1873 e i primi
passi che portarono alla realizzazione, con non poca fatica, dei 277 fogli
della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000. Inoltre, la grande varietà
di carte e bozze d’autore hanno offerto lo spunto per scoprire le diverse e
interessanti personalità dei geologi di allora e le loro complesse relazioni
con le istituzioni governative attraverso le vicende politiche del XIX secolo.
Comprensibili
esigenze di conservazione e tutela da un lato, e di diffusione dall’altro,
hanno indotto la Biblioteca dell’ISPRA a realizzare, partendo dal 2001, riproduzioni
in formato digitale di oltre 1000 carte geologiche antiche.
La
procedura tecnologica intrapresa nelle attività di digitalizzazione è piuttosto
complessa: dopo la selezione e l’analisi del bene cartografico oggetto del
lavoro, lo stesso viene studiato per definirne, laddove necessario, le
caratteristiche “editoriali”, cioè il fattore di scala, l’ubicazione
geografica, l’anno di realizzazione e l’Autore, spesso non indicati
esplicitamente. In tal caso viene avviata una ricerca negli archivi per
identificare chi e quando la carta è stata realizzata, analizzando vecchi
cataloghi cartografici o verificando riferimenti bibliografici di Autori più
moderni. Di ausilio a questa ricerca è spesso l’analisi grafologica di
eventuali appunti o note a margine della stessa carta.
La
fase successiva prevede la scansione per mezzo di adeguati strumenti tecnici,
finalizzati alla realizzazione di immagini raster in formati idonei
all’archiviazione elettronica, ad adeguata risoluzione al fine di mantenere al
meglio le caratteristiche originali di grafica e di stampa.
Completata
la fase di digitalizzazione il file relativo viene caricato sul server
dell’Istituto e reso disponibile, sul catalogo OPAC, al download da parte
dell’utenza interna ed esterna. Una fase successiva, che è attualmente in corso
di sperimentazione, consiste nel georiferire i file raster cartografici e
renderli visualizzabili sui diversi strumenti di visualizzazione geografica,
quali, ad es., Google Earth.Il gruppo di lavoro dell'ISPRA (mp, fc), impegnato nella scansione e catalogazione del materiale cartografico con una delle più preziose carte della collezione: la "Carta corografica dello Stato Pontificio" di Giuseppe Ponzi, 1849 |
Ma non è solo e necessariamente utilitaristica la
motivazione alla base dell’interesse: leggere una “vecchia” carta può
significare compiere un viaggio nel tempo e nello spazio, subire il fascino
dell’esplorazione del passato attraverso tecniche di rappresentazione non più
in uso, segni convenzionali legati ad una qualità della vita “non tecnologica”.
La cartografia antica ci indica, inoltre, lo stato delle conoscenze tecniche e
scientifiche dei geologi rilevatori e dei cartografi, la loro sensibilità nei confronti
del territorio, della sua storia e del suo utilizzo.
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